Quarto giorno di festa di Sant’Efisio e nuove freschissime polemiche da parte della Lav. Dopo le accuse del primo maggio, “buoi sfruttati e tristi”, alle quali hanno fatto seguito le repliche dei proprietari degli animali, “falso, li trattiamo come figli” e i devoti stampacini che hanno difeso “la tradizione legata all’utilizzo dei buoi per cocchio e traccas”, ecco le nuove dure parole della Lega Anti Vivisezione: “Quando un bue di 1200 chili è costretto ad inerpicarsi per le stradine di castello con la testa bloccata dal giogo e dopo essere scivolato e crollato di peso su un fianco e come se niente fosse successo lo si fa proseguire a trainare fino a Giorgino siamo di fronte ad una quintessenza di sfruttamento. Ci ha colpito la fissità dello sguardo di questi animali, riflesso della sottomissione, della inibizione della propria volontà. Repressi nella libertà di movimento e comportamentale. Allevati ed addestrati per ‘lavorare’ ed obbedire”.
La Lav pubblica due foto dei buoi utilizzati per Sant’Efisio e, sulla propizia pagina Facebook, si legge anche che “questa sofferenza silente è stata percepita anche da molte persone non animaliste od attiviste che hanno avvicinato questi grandi esseri viventi. ‘I segni del comportamento e il fatto di sapere che la struttura biologica degli animali è simile alla nostra costituiscono insieme la dimostrazione adeguata che gli animali soffrono”. Peter Singer. Partendo dalla sofferenza che ci vede uguali, espandiamo i nostri orizzonti morali. Riconosciamo anche alle altre specie libertà, diritto alla vita ed alla realizzazione propria ‘animalità’. Non mezzi di locomozione inanimati ma ‘animali animati’, come noi”.












