Il governo boccia ancora la giunta guidata da Alessandra Todde. Dopo il no di ieri alla richiesta dello stato di calamità per la siccità, con zero euro di aiuto, oggi il governo di Giorgia Meloni ha impugnato la legge che, approvata in giunta a luglio scorso su proposta dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi e poi passata in consiglio regionale, prevede il richiamo in servizio dei medici in pensione per far fronte almeno parzialmente alla grave carenza di medici di famiglia, ne mancano circa 400 in Sardegna.
“Questa è una misura è nata per coprire un’emergenza conclamata e grave con carenze di medici di medicina generale per migliaia di abitanti in alcuni territori. Si tratta di una misura necessaria per la Sardegna e l’impugnazione appare tanto più incomprensibile in quanto il reclutamento dei professionisti in pensione è previsto esclusivamente su base volontaria. In questo modo il Governo lede il diritto alla salute dei cittadini sardi, soprattutto di quelli risiedenti nelle aree più svantaggiate della nostra isola”, dice Bartolazzi.
Una scelta che scatena le ire del Pd, che accusa palazzo Chigi di non rispettare l’autonomia dell’isola nonostante, peraltro, la sanità sia finanziata completamente con fondi regionali. “La decisione del governo appare incomprensibile e contraddittoria. Dal 2007 la nostra Regione si fa integralmente carico del fabbisogno sanitario sul proprio territorio, senza gravare sul bilancio dello Stato. Questo vuol dire che la Sardegna gestisce autonomamente il finanziamento della sanità, un peso rilevante, soprattutto considerando le specifiche difficoltà logistiche e demografiche di un’isola”, dice il senatore del Pd Marco Meloni. “Oggi un ministro e un governo ci dicono che sul benessere e la cura dei cittadini, sul diritto dei sardi di avere un medico di base, prevalgono i loro pregiudizi e i loro formalismi burocratici. È paradossale che questo stesso governo si spenda in favore dell’autonomia differenziata e poi, quando essa è assegnata da decenni ad una regione a statuto speciale, tenti di ridurne l’efficacia. Chiediamo dunque al Governo di fornire una giustificazione chiara su questa scelta, che sembra andare contro i principi stessi che dichiara di voler promuovere”.
Eppure, la Todde aveva motivato la scelta di Saverio Lo Russo, dirigente di prima fascia della presidenza del consiglio dei ministri, come segretario generale della Regione a stipendio più alto di quello di Mattarella, con ragioni ben precise: “L’ho scelto perché è la persona che ha impugnato le leggi regionali negli ultimi anni, conosce molto bene quali sono i punti di debolezza e saprà molto bene consigliarmi nelle cose che non dovrò fare”.
Dai 5 stelle solita difesa all’attacco del governo arrogante che ce l’ha con la Sardegna e con i sardi. “Questa decisione del governo rappresenta un tentativo di restringere l’autonomia sarda in materia di tutela della salute che è una competenza che spetta alla regione. La legge era finalizzata a garantire il diritto alla salute dei cittadini sardi, attraverso una risposta concreta alla carenza di medici di base. Oltre al lavoro che la giunta Todde sta facendo per cercare di risollevare la sanità sarda, siamo al fianco della regione che si dichiara pronta a difendere in tutte le sedi opportune il proprio diritto di garantire servizi sanitari adeguati al popolo sardo”, dicono i parlamentari a 5 stelle.










