Tempo medio di percorrenza, a piedi, da via Sardegna al Consiglio regionale, tra le 13 e le 14:30 del primo maggio 2023? Dieci minuti buoni. No, non è uno scherzo. E c’è una differenza di due-tre minuti in meno, non di più, per attraversare tutto il Corso Vittorio. A Cagliari si ritorna davvero a vivere, e anche ad andare nei ristoranti. La giornata di festa fa sorridere, davvero, i ristoratori, piegati da anni di Covid e da almeno tre feste del lavoro (quelle dal 2020 al 2022) non certo ricche alla voce incassi. Adesso, con la normalità ritrovata, i numeri sono “stellari”, ovviamente se paragonati a due o tre anni fa. Alla Marina, senza prenotazione, ci si è potuti accontentare di un kebab. Pesce fresco a volontà innaffiato dal vino, invece, se lo sono gustati i sardi e turisti che avevano già bloccato un tavolo qualche giorno fa: “Soprattutto turisti italiani, mi fa davvero piacere”, dice Raffaele Mameli, ristoratore di via Sardegna: “Come il Paradiso, il ristorante è pieno ma così già da un paio di giorni, da quando abbiamo visto tantissimi turisti”. Prezzo medio? “Tra i trenta e i quaranta euro”. Mica tanto, per essere il primo maggio in un capoluogo di regione che riscopre nel turismo la sua principale benzina, con buona pace di qualche detrattore. Le prove sono davanti agli occhi: gli accenti, le cadenze del nord Italia abbondano, così come i “vamos” che subito fanno capire che c’è chi ha attraversato il mare, partendo dalla Spagna, per ammirare la Sardegna. “Viva Sant’Efisio, l’aria è già bella e speriamo di avere un’ottima stagione”.
Felicità anche nel Corso. Tutti i tavoli occupati nel ristorante di Antonello Ghiani, con un menù fisso da 32 euro a testa: insalata di polpo e patate, burrida e zuppa di cozze, poi fregola con arselle e arrosto misto di orata e gamberi: “Finalmente sono tornati in massa i turisti. Da me hanno prenotato bresciani, piemontesi e varie famiglie della Francia”, afferma, mentre con una mano segna l’ennesimo extra di vino e con l’altra risponde al telefono per dire che, purtroppo, non c’è più spazio. “Ristorante tutto esaurito, qui non è per niente scontato. A cena resterò chiuso per ricaricare le batterie, da domani si riprende e so che potrò ancora avere l’occasione di avere nel mio locale dei vacanzieri”.











