Rifiuti smaltiti e roghi tossici nell’ex zuccherificio di Villasor, stroncato un business da 200mila euro l’anno

Un sistema criminale, quello imbastito italiani e stranieri. La tecnica? Rottami, portati da tutto il sud Sardegna e dati alle fiamme per ottenere rame e ferro da rivendere, creando un mega inquinamento in tutta l’area. 18 indagati tra marocchini e bosniaci. GUARDATE il VIDEO


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I rifiuti? Arrivavano sin da Cagliari, portati da chi voleva disfarsene in modo illegale. E loro, un gruppo criminale composto da italiani e stranieri, che da anni ha occupato l’ex zuccherificio di Villasor, hanno preso a piene mani, riuscendo a ricavare, dai rifiuti incendiati, ferro e rame da rivendere. Un business da 200mila euro l’anno, quello stroncato dai carabinieri della compagnia di Sanluri: i militari hanno sequestrato l’intera zona, vasta circa 600 metri quadri, trasformata in una mega discarica abusiva. Diciotto le perosne indagate: si tratta di 7 uomini marocchini, 6 bosniaci, di cui 3 donne e 5 italiani. Dovranno rispondere di reati ambientali connessi alla gestione illegale e allo smaltimento di rifiuti speciali con appiccamento di incendi di materiali inquinanti, finalizzato al recupero e alla ricettazione di ferro, alluminio e rame.  Per sette di loro, inoltre, è scattato immediatamente il divieto di dimora a Villasor. Le indagini sono durate più di un anno: nel 2021 la segnalazione di fumo nero, denso, provenire dall’ex Eridania. Le indagini e gli appostamenti dei militari hanno permesso di scoprire il mega traffico e smaltimento illecito dei rifiuti.
Solo negli ultimi dodici mesi il gruppo di malviventi ha recuperato, dalla spazzatura, 250 tonnellate di ferro, alluminio e rame, intascando 200mila euro. E gli italiani denunciati, dipendenti o titolari di ditte che si occupano di smaltire i rifiuti, stando alle indagini hanno sempre saputo che cosa avveniva attorno all’ex zuccherificio.  “Con i prolungati appostamenti  e con le attività tecniche e le analisi video, svolte tra il 2021 e il 2022 dai militari della compagnia di Sanluri, si è scoperto che gli stranieri denunciati sarebbero divenuti a vario titolo dei punti riferimento della zona del Sud Sardegna-Medio Campidano e della periferia nord di Cagliari, per il recupero di ferro e rame tramite smaltimento e la distruzione, fatta con i maxi roghi, di rifiuti speciali.; E, dopo averli accumulati nei terreni, li avrebbero stoccati ammassandoli in vere e proprie discariche abusive a ridosso delle palazzine occupate, per poi lavorare e separare i materiali di scarto dal ferro e dal rame e piazzando sul mercato e rivendendo il prodotto ricavato.


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