La terribile fine di Deidda a Gergei: è morto per le bastonate alla testa

E’ l’esito dell’autopsia durata oltre 5 ore. Per il delitto ci sono in carcere due uomini, padre e figlio: avrebbero agito mossi da rancori per questioni legate ai terreni confinanti con la famiglia della vittima e al pascolo del bestiame


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Sono state le bastonate alla testa, sei o sette, quelle fatali a Massimo Deidda, l’allevatore ucciso lunedì sera a Gergei, perché quelle bastonate hanno fratturato la scatola cranica e provocato un’emorragia cerebrale. L’autopsia è durata 5 ore, eseguita dal medico legale Roberto Demontis sul corpo del 63enne ucciso all’interno del suo podere per questioni legate proprio alla terra e ai confini. In carcere a Uta, per quel delitto, ci sono gli allevatori Cesare Tiberio Farris e Stefano Farris, padre e figlio di 59 e 29 anni, accusati di duplice omicidio volontario. Gli inquirenti in queste ore scavano sui dissidi del passato tra le due famiglie, che hanno i terreni confinanti, legati al pascolo del bestiame. Secondo le pochissime indiscrezioni emerse, durante l’interrogatorio il padre avrebbe riferito di aver colpito Deidda per difendersi, tentando allo stesso tempo di scagionare suo figlio. Domani è prevista l’udienza di convalida.


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