“Noi crediamo che sia fondamentale intervenire subito, con serietà e responsabilità, per garantire condizioni umane agli ospiti del centro e, allo stesso tempo, la giusta convivenza tra migranti e cittadini, evitando che questa situazione continui a generare tensioni sociali e porti le persone a cercare da sole soluzioni e tutela”.
“Monastir non è un paese razzista” e i consiglieri lo ribadiscono con forza con forza e “proprio perché siamo una comunità accogliente, solidale e rispettosa non possiamo accettare un sistema che danneggia tutti: gli ospiti del centro, lasciati in condizioni indegne, e i cittadini costretti a convivere con disagi e insicurezze quotidiane”.
Vengono chiesti “interventi immediati, seri e concreti”, spiegano Alessio Marotto e Luigi Perra, “la situazione è oramai insostenibile”.
“Il Centro di prima accoglienza di Monastir versa in condizioni di sovraffollamento e precarietà, che compromettono sia la sicurezza interna degli ospiti sia quella esterna dei cittadini e degli operatori che vi lavorano.
Sono stati segnalati numerosi episodi che testimoniano la totale inadeguatezza della struttura: scavalcamenti e uscite non controllate da parte di ospiti del centro; gruppi che si muovono nel centro abitato creando disagio e allarme tra i residenti; episodi di tensione e aggressività verso il personale di vigilanza e le forze dell’ordine;
condizioni logistiche e igienico-sanitarie del centro non conformi agli standard minimi di sicurezza; frequenti spostamenti degli ospiti, anche nelle ore notturne, lungo la Strada Statale 131, a piedi o con monopattini, comportando gravissimi rischi per la loro incolumità e per quella degli automobilisti. Tale pericolosa consuetudine è stata purtroppo già documentata in passato e ha avuto esiti tragici, con un nostro concittadino coinvolto in un incidente stradale che ha causato la morte di uno degli ospiti del centro.
Le stesse organizzazioni sindacali di Polizia hanno più volte denunciato la situazione, definendola “inaccettabile e pericolosa” per gli operatori e per la comunità”.
Al Prefetto viene chiesto: “Il potenziamento immediato della vigilanza interna ed esterna al centro, con adeguate risorse di personale e strumenti di controllo; un’ispezione straordinaria per verificare la capienza effettiva della struttura, le condizioni igienico-sanitarie e la regolarità della gestione; l’attivazione di un tavolo permanente di coordinamento tra Prefettura, Questura, Comune di Monastir, Regione Sardegna e rappresentanti del Consiglio comunale, per il monitoraggio costante della situazione; la riduzione del numero degli ospiti o, se necessario, la valutazione di una diversa collocazione del centro in area più idonea, finché non saranno garantite condizioni adeguate di sicurezza e convivenza; una comunicazione trasparente e periodica alla cittadinanza, per evitare disinformazione e allarmismo, ma anche per ristabilire fiducia nelle istituzioni”.
Una emergenza diventata cronica, insomma, che necessita di azioni mirate e risolutive per il bene dei migranti e della comunità.