di Vanessa Usai
Quindici mesi in attesa di un loculo definitivo, una raccomandata e una pec a cui il Comune non ha mai risposto. A Quartucciu non c’è pace neanche dopo la morte, e la rabbia di Nicola Pireddu ieri ha raggiunto il suo apice. L’amministrazione aveva finalmente fissato la traslazione dei defunti per i giorni 21, 22 e 23 maggio, ma questa mattina, quando il signor Pireddu si è presentato puntualmente in cimitero alle 8 del mattino, ha trovato l’ingresso chiuso, senza che nessuno gli avesse mai dato comunicazione riguardo a un possibile rinvio dei lavori.
“Quindici mesi in cui mio padre, anziano e invalido, non ha potuto recarsi in autonomia in cimitero a trovare quella che per una vita è stata la sua compagna di vita, a causa della posizione del loculo in cui mia madre era stata tumulata temporaneamente, ovvero in settima fila, nonostante sia stata pagata una sistemazione in terza fila”, racconta Nicola.
A novembre 2017, visto il prolungarsi della provvisorietà e visto che i nuovi loculi erano stati completati, l’uomo aveva inviato una raccomandata chiedendo il ricollocamento definitivo della salma di sua madre, alla quale non ha mai avuto risposta e a cui è seguita una pec, il 10 di maggio scorso. Entrambe protocollate, ma di responsi del Comune neanche l’ombra.
Fino a quando, recentemente, il Comune ha comunicato che la traslazione sarebbe avvenuta il 21, 22 e 23 maggio, senza però attribuire un giorno specifico per ciascuna salma. Assenza di un piano di lavoro che ha costretto Nicola a chiedere tre giorni di ferie per poter assistere all’operazione. Così, stamattina alle 8, l’uomo si è presentato puntuale all’ingresso del cimitero e ha atteso, sotto la pioggia, per due ore, ma di fronte al cancello chiuso non si è presentato nessun addetto ai lavori. “Perché non hanno deciso un piano di lavoro, quanti e quali defunti traslare in una determinata giornata, in modo da consentire ai familiari di presenziare, senza costringerci ad andare per tre interi giorni, manco fossimo i direttori dei lavori? E se c’è stato un rinvio dei lavori, perché non mi è stata data comunicazione, nonostante l’amministrazione sia in possesso del mio numero di telefono e della mia email?”, protesta l’uomo. “Qui si pecca di umanità e comprensione”, conclude amareggiato Nicola, che intanto si recherà al cimitero anche oggi e domani, nella speranza che la sua cara madre possa finalmente riposare in pace.












