“L’ultima risata ce la siamo fatta martedì in sede, poco prima del termine delle prove e mettendo a posto le parti del Beatus vir K 597 di Vivaldi: ‘No, preferisco cercare le mie a casa altrimenti giovedì le stampiamo qui’. Oggi è giovedì, Paolo, e tu non ci sei più perché il destino, quello più assurdo, terribile e sconosciuto che ti è stato riservato, ti ha bruscamente strappato alla vita, alle tue splendide, amate donne, al tuo gatto, ai tuoi acquerelli, alle tue tante passioni, al tuo coro. Siamo andati in sede anche ieri, Paolo carissimo. Non abbiamo cantato, ma siamo stati insieme, ci siamo abbracciati, abbiamo pianto, siamo rimasti in silenzio, non sapevamo cosa fare”. Inizia così il lungo post di cordoglio del complesso vocale di Nuoro, realtà della quale faceva parte da tempo Paolo Sanna, il 69enne ucciso con pistolettate alla testa da Roberto Gleboni nella mattanza di via Ichnusa a Nuoro. I due si sono incrociati per puro caso: Sanna stava verificando come mai mancasse la luce, probabilmente a causa della pioggia, quando ha incrociato per le scale, armato, colui che in un istante si è trasformato nel suo assassino. Sanna è morto qualche ora dopo all’ospedale, i suoi cari hanno deciso di dire sì alla donazione degli organi.
Paolo Sanna lascia la moglie, Valentina, le figlie Rossella e Silvia, una sorella, Anna, e tantissimi amici: “Non ti dimenticheremo mai, Paolo. Come potremmo? I nostri cuori e le nostre orecchie ti sentiranno sempre cantare o raccontarci qualcosa che ci farà ridere, anche se lo farai da altri luoghi lontani e puri dove ci rincontreremo tutti e tu, insieme ad Angelo, ci accoglierai quando il destino vorrà. Paolo, ma ti ritroveremo con quei pantaloni gialli da gran figo che indossavi martedì? Così, tanto per sapere. Il tuo coro ti amerà per sempre”.











