Nuoro, si aggrava il bilancio della terribile strage: morte cerebrale per il vicino e l’altro figlio

I medici del San Francesco hanno avviato la triste procedura per Francesco, il bimbo di 10 anni, e il 69enne Paolo Sanna. Una carneficina, quella compiuta da Roberto Gleboni: anche la moglie Giusi Massetti e l’altra figlia Martina uccise con colpi di pistola alla testa. Sabato le autopsie nel cimitero barbaricino, annullati tutti gli eventi e lutto il giorno dei funerali


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La speranza si è pian piano affievolita con il passare delle ore. Anche per il più piccolo dei figli di Roberto Gleboni, di appena dieci anni, e il vicino di casa Paolo Sanna, di sessantanove, non c’è nulla da fare. I medici del San Francesco di Nuoro hanno avviato la triste procedura della morte cerebrale. Si aggrava quindi il bilancio della carneficina avvenuta in via Ichnusa: cinque morti, uno è lo stesso Gleboni che si è suicidato. Prima di puntare la pistola contro la sua testa è andato a casa di sua madre 83enne, Maria Esterina Riccardi, dove pare si fosse trasferito da qualche tempo e ha sparato anche a lei: l’anziana, insieme al terzo figlio dell’uomo, un 14enne, sono miracolosamente scampati alla mattanza, riportando ferite non letali.

Il dolore, a Nuoro, trafigge e dilania un’intera comunità. E si fa più acuto, ogni volta che emerge un dettaglio, un particolare, una sfumatura in questa agghiacciante vicenda. Martina, la figlia maggiore avuta da Giusy a soli 18 anni, adorava suo padre, quel padre che questa mattina non ha esitato ad ammazzarla: la tesi della laurea in Giurisprudenza, presa nel 2022 e seguita da tirocini in tribunale dove era praticante, Martina l’aveva dedicata a lui, al suo carnefice, con una frase da brividi: “A mio padre, l’amore più grande della mia vita”. L’amore più grande, che l’ha tradita, che ha tradito sua madre, che voleva sterminare tutti come testimonia il fatto che i colpi di pistola sono stati sparati tutti all’altezza della testa delle vittime. Poche settimane fa Martina e sua mamma Giusy avevano pubblicato un post sui social con la didascalia “No alla violenza sulle donne”, sempre insieme, vicinissime. E ora è inevitabile chiedersi se ci fosse un messaggio mirato oltre all’adesione alla campagna di sensibilizzazione di ActionAid. Le testimonianze su Roberto Gleboni sono contraddittorie. C’è chi lo descrive come tranquillo e gentile, c’è chi invece ne parla come di una persona aggressiva e maniaca del controllo. Di sicuro, nessuno aveva intuito la verità e nessuno aveva mai lontanamente immaginato cosa stesse per succedere. Le indagini di polizia e carabinieri sono coordinate dai sostituti procuratori di Nuoro Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto. Nel primo pomeriggio si è riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Alessandra Nigro. Sabato mattina, nel cimitero comunale del capoluogo barbaricino, il medico legale Roberto Demontis, che ha già eseguito un esame esterno dei tre corpi, effettuerà l’autopsia. Intanto, il Comune ha annullato tutti gli eventi previsti nei prossimi giorni, mentre nel giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino. In una città stravolta e incredula.


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