Dubbi, perplessità e polemiche: il porta a porta avanza in tutta Cagliari, ed entro fine settembre arriverà il turno di Sant’Avendrace. Abita proprio nel viale che porta il nome del rione Luigi Franco Arrius, 73 anni. Vive, insieme alla moglie, in un appartamento di un condominio con meno di dieci famiglie. Niente maxi mastelli per lui, solo i piccoli e “classici” cinque contenitori previsti per ogni residente cagliaritano. E, se “il porta a porta a Cagliari può essere, senza ombra di dubbio, utile”, sono altre le “ombre” delle quali il pensionato ha timore. Partendo dalla multa per i mastelli non riempiti per almeno tre quarti della loro capienza: “Una scelta sbagliatissima, non tutti produciamo la stessa quantità di spazzatura, ognuno è diverso”, dice.
E non solo: “Tutti quei mastelli da mettere fuori chi li controlla? Magari qualcuno potrebbe trovare il modo di buttarci dentro rifiuti non suoi, e poi la multa dovrei pagarla io. Spero che ciò non accada”, osserva, quasi incrociando le dita, il settantatreenne, “l’ultima bolletta della Tari è stata di seicentoventi euro”.











