Non esistono solo le lunghe attese per chi spera di essere visitato o operato, in Sardegna. Anche chi ha già un letto in questo o quel reparto ai trova a fare i conti con tempi choc. È il caso di Annapaola Polisciano, 77enne residente a Monserrato. Il marito, Ugo Maddaloni, 82 anni, presidente del Dopolavoro ferroviario, ha scritto una lunga email all’ufficio relazioni con il pubblico del Policlinico. Il quadro che emerge è, purtroppo, desolante. Ecco, di seguito, il suo racconto-denuncia.
“Mia moglie, non autosufficiente, è stata portata al pronto soccorso al Policlinico il giorno 09/12/2023 per problemi cardiaci dove le è stato fatto il tampone per verificare se fosse affetta dal Covid. Essendo risultata positiva ed avendo valutato i medici del pronto soccorso la necessità di ricovero per i problemi cardiaci, il giorno 10/12 è stata trasferita al reparto Medicina, blocco M, stanza numero 10, in uno spazio riservato ai malati Covid. Dopo alcuni giorni le veniva somministrata la terapia anti Covid che ha richiesto la sospensione di alcuni farmaci che mia moglie assumeva per le patologie cardiache. Circa una settimana dopo il ricovero, risultava negativa al tampone e veniva trasferita, sempre nello stesso reparto, in altra stanza e le veniva somministrata una nuova terapia l, oggi in fase di valutazione.Durante il ricovero si sono verificati casi di assistenza alla persona carente il cui massimo si è avuto il 26/12 perchè è stata cambiata dopo circa 14 ore e adesso, mentre scrivo, mi ha chiamato per dirmi che è messa in una posizione scomodissima che la fa star male e, nonostante abbia chiamato ripetutamente, per farsi aiutare, non si vede nessuno. La situazione è diventata talmente insostenibile che ha deciso di chiedere di essere dimessa con le conseguenze che tale decisione può generare. La situazione è tale che numerosi pazienti e i loro familiari si lamentano e le risposte dei responsabili sono sempre le stesse: manca il personale”.











