Sono giunti quasi al termine i riti religiosi legati allo scioglimento del voto, tradizione che si protrae da secoli e che, anno dopo anno, non cessa ma, anzi, sembra sempre più rafforzare quel legame indissolubile che tiene unita una storia di fede e tradizioni. Quattro giorni intensi, tutti dedicati a Efisio, che mai stancano bensì regalano emozioni uniche anche ai non coinvolti dalla religione, incantati dalla fratellanza e dall’unione che solo questo annuale appuntamento può regalare. Una festa di colori, come quelli de sa ramadura, creata da migliaia di petali appoggiati in terra e che segnano ogni passo del Santo. Ieri, dopo la solenne messa ufficializzata dall’arcivescovo di Cagliari Baturi e con la presenza dei sindaci in rappresentanza delle comunità che hanno ospitato, ottant’anni fa, i cittadini colpiti dalla crudeltà dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, si è svolta la rievocazione del martirio a Nora, tra le rovine romane, e il rientro a Pula, nel luogo sacro, in piazza San Giovanni, che lo ha protetto per tutta la notte. Questa mattina avverranno i saluti, il viaggio di rientro nel capoluogo e la certezza che la promessa fatta al Santo sia stata espressa per l’ennesima volta.













