di Giovanni Mazziotti, dirigente scolastico dell’I.C.Randaccio-Tuveri-Don Milani
In riferimento agli articoli dal titolo “ Sos mensa alla scuola di via Is Guadazzonis” e “Disagi alla mensa di via Is Guadazzonis”, apparsi in data 1 dicembre e 2 dicembre 2017 sulla testata di Casteddu Online, desidero esprimere alcune considerazioni, non per difesa d’ufficio, dovuta al ruolo che ricopro, ma per il dovere morale di “onorare la verità dei fatti”, oltre che, per un profondo senso di rispetto verso i genitori e i docenti che compongono la “Commissione mensa per il controllo della qualità e quantità del menù”, con il compito, svolto con serietà, impegno e sensibilità , di monitorare il servizio di refezione scolastica, nel plesso di scuola primaria a tempo pieno di via Is Guadazzonis, presso cui vengono veicolati i pasti per 246 alunni, dai sei agli undici anni.
Mi è facilitato, oltre che consentito, onorare la verità, grazie ai diversi sopralluoghi senza preavviso”, che i componenti della Commissione“ hanno effettuato nel mese di novembre, registrando su appositi moduli di monitoraggio ogni aspetto del servizio mensa, dal menù del giorno, al trasporto dei cibi, alla distruzione, al personale incaricato dalla ditta fornitrice, all’ambiente ( pulizia, rumore).
Sopralluoghi da cui si può desume un livello di qualità e quantità dei pasti, generalmente buono.
Confermo di avere ricevuto lamentale da parte di qualche genitore, in numero davvero esiguo. ( si contano sulle dita di una mano), rispetto alla totalità dei 246 bambini.
Il riferimento numerico, oltre che rientrante in un quadro fisiologico, ci conduce, sostanzialmente, a una più ampia riflessione sull’educazione alimentare, impartita in famiglia, prim’ancora che a scuola, con le sue molteplici implicazioni e variabili individuali, dovute alle diverse abitudini, al gusto personale, alle fasce di età.
Sappiamo bene quanto non sia semplice educare un bambino a mangiare minestre, zuppe, frittate e cibi, diciamo, poco graditi al gusto e all’occhio.
Da qui a definire, come avvenuto nell’articolo, “cibi scadenti” quelli serviti nel mio Istituto, lo considero fuorviante e mistificante, oltre che non lecito ( spesso, le frodi alimentari nascono da cibi scadenti).
Sui cibi poco graditi dai bambini , è stato effettuato un sondaggio su tutte le scuole di Cagliari dalla Ditta appaltatrice, d’intesa con il Comune di Cagliari, nel mese di giugno, i risultati del quale sono stati pubblicati sul sito ufficiale del Comune di Cagliari. A seguito di ciò sono stati apportati correttivi e migliorativi, sul menù scolastico dell’anno scolastico in corso, approvati e introdotti dalla ASL di Cagliari, nel mese di settembre, menù che si sviluppa su 9 settimane e di cui ognuno può prenderne visione, anche nel sito web della nostra scuola.
Tengo a precisare che la scuola ascolta le lamentale ed ogni qualvolta si costituisce un tavolo di discussione la Ditta fornitrice dei pasti si è sempre mostrata un interlocutore disponibile al confronto e ad azioni migliorative.
Un’ulteriore e non secondaria considerazione, poi, sul cosiddetto “pasto domestico”, richiamato nell’articolo del 2 dicembre “Disagi nella mensa di via Is Guadazzonis”.
Ad oggi i pasti domestici da me autorizzati, nella mensa di via Is Guadazzonis, sono due, autorizzati con regolamento e provvedimento formale, non per mia gentile concessione, ma riconoscendone la legittimità della richiesta da parte della famiglia, a seguito della recente sentenza, della Corte d’Appello di Torino del 21 giugno 2016, n. 1049, la quale ribadisce il diritto del bambino a portare il pasto preparato a casa, sentenza, ancora “sub judice”, in quanto il MIUR ha presentato ricorso in Cassazione.
Le mie resistenze, cui fa riferimento la mamma nell’articolo citato, sono dovute a diversi motivi.
In primo luogo ho richiesto, con nota inviata alle diverse Istituzioni competenti di costituire un “tavolo tecnico di discussione e confronto” per definire Linee guida e omogenee per tutte le scuole
In secondo luogo ho dovuto esaminare tutte le implicazioni legate al rispetto delle norme igienico-sanitarie che tutelano la salute pubblica, al fine di prevenire i rischi di contaminazione.In terzo luogo ho dovuto verificare e approntare le necessarie azioni organizzative.
Personalmente credo, pur nel rispetto verso chi intende avvalersene, che il pasto portato da casa, rispetto al pasto consumato nella comunità scolastica, con regole comuni a tutti, rappresenti un arretramento sul piano squisitamente pedagogico e va in controtendenza rispetto agli sforzi che la Scuola compie nel dare dignità e forza all’educazione alimentare, all’interno del piano formativo, perché si possano sviluppare sane e corrette abitudini alimentari.
La svolta decisa e decisiva a questa problematica, il vero salto di qualità, nella Scuola di via Is Guadazzonis, può essere rappresentato dall’istituzione della cucina e la preparazione dei cibi all’interno del plesso,
Ce lo confermano le mense dei nostri plessi scolastici di scuola dell’Infanzia e primaria , nei quali i cibi vengono preparati “in loco” dalle cuoche della Ditta.
A questo proposto il Consiglio d’Istituto, già da tre anni ha presentato, con Delibera, la richiesta all’Amministrazione Comunale, per istituire la cucina nel plesso di via Is Guadazzonis, richiesta che ad oggi non ha avuto ancora risposte.











