Il lavoro sicuro, “dipendente statale”, in quel di Bologna, Francesco Facchinetti ce l’ha già da qualche anno. Trent’anni, nato s Taranto, sta per lasciare l’Emilia Romagna e, valigia in una mano e “felicità” nell’altra, sta già gustando le ore di aereo che lo separano da Cagliari. Per quarantotto mesi, dal 2008 al 2010, il giovane ha ammirato ogni giorno la bellezza del Poetto, la vitalità di via Roma e, come in tutte le città, il caos del traffico nelle ore di punta: “Mi hanno mandato lì a fare il militare”. Poi, il ritorno nel “continente”, ma nei suoi occhi è sempre rimasta impressa la “città del sole”. Così, dopo aver ottenuto il trasferimento dalla “sua” Puglia a Bologna, la decisione: “Tra due anni verrò a vivere a Cagliari e ci resterò per sempre. Amo i suoi ritmi lenti. Sì, c’è meno lavoro”, osserva il dipendente statale, “ma chi se ne frega, la gente è naturale e i sardi mi hanno dato la più vera delle lezioni di vita”. Quale? “Se ami la loro terra, loro ameranno te”. Semplice ma – quasi sempre – vero. Salvo eccezioni. Ha girato e ha vissuto in tante città, Facchinetti: “Roma, Milano, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Verona, Agrigento, Palermo, Catania. Ma ho fatto una scelta, vivere a Cagliari, e non tornerò indietro”.
I suoi genitori hanno “accettato” la decisione: “Mi dispiace un po’ lasciarli, per andare da loro so già che dovrò prendere o l’aereo o la nave”. Una terza soluzione, per chi vive in un’Isola circondata dal mare, non c’è. Tuttavia, mentre lui sta per raggiungere la Sardegna, nell’ultimo anno oltre tremila sardi l’hanno lasciata per andare a vivere qui e lì nel mondo: “Non li condanno, lo so che non c’è molto lavoro. Però i sardi dovrebbero essere più uniti, parlarsi di più. Sono molto individualisti, non adorano organizzarsi in gruppo. E questo è uno sbaglio che si paga, anche nel mondo del lavoro”.












