“Giorgia è viva in Dio, so che risorgerà”. Sette parole, le più gonfie di speranza e di fiducia per chi crede, quelle pronunciate dal parroco della chiesa di Sant’Elia durante il funerale di Giorgia Banchero, la vittima più grande del terribile schianto di domenica in viale Marconi a Cagliari. Aveva 24 anni, una famiglia unita attorno e tanti sogni per il futuro, Giorgia. Tutti spezzati in quel maledetto tratto del viale a senso unico subito prima del cavalcavia dell’Asse Mediano. Tutto il rione di Sant’Elia ha voluto salutarla per l’ultima volta, in un clima surreale. Silenzio totale prima e durante la messa, poi un lunghissimo applauso, il volo di alcune colombe verso il cielo, palloncini bianchi e rosa e tanti fuochi artificiali. L’arcivescovo Giuseppe Baturi ha fatto avere tra le mani del sacerdote un messaggio di cordoglio, simile a quello già divulgato il giorno stesso delle quattro tragiche morti. Papà Mirko, mamma Michela e la sorella Francesca hanno ascoltato, ancora impietriti e sotto choc per il dolore, ogni singola parola, provando in tutti i modi a farsi forza davanti a un dramma che ha sconvolto, alla fine, tutta la Sardegna.
Prima che il carro funebre riaccendesse i motori c’è stato un lungo applauso, al quale ha fatto seguito la liberazione verso il cielo e l’infinito di alcune colombe e un “concerto” di fuochi artificiali. Poi, l’ultimo viaggio di Giorgia, sino al cimitero di San Michele: “Ora continua a brillare lassù”.









