Il futuro di Buoncammino: “Un polo culturale per 27mila studenti “

Zedda: “Subito eventi temporanei, in futuro la struttura potrebbe avere una destinazione ricettiva per studenti, ma servono investimenti dei privati”


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Un polo culturale e scientifico, un punto di incontro per i circa 27 mila studenti presenti a Cagliari, e che possa fungere anche da struttura ricettiva. Il futuro dell’ex carcere di Buoncammino al centro del dibattito politico, ma non solo. Anche l’Università interviene con la ricerca “Castello paesaggio storico urbano”, che partendo dal quartiere ragiona sul riutilizzo degli immobili dismessi in città: l’ospedale San Giovanni di Dio, il Palazzo delle Scienze, gli immobili del demanio militare, e l’ex carcere di Buoncammino su cui si ragiona da mesi, da quando la struttura è stata svuotata e i detenuti sono stati trasferiti nel nuovo istituto penitenziario di Uta. Oggi un incontro nell’aula magna della facoltà di Architettura per ragionare tutti insieme sul futuro dell’ex carcere.

“La nostra ricerca si è occupata delle ‘grandi fabbriche’ nate in città nell’800 – ha spiegato Emanuela Abis, responsabile scientifico – Parlo dell’ospedale San Giovanni di Dio, il carcere di Buoncammino, la Manifattura tabacchi, strutture che hanno perso la loro funzione storica: un’occasione irripetibile per fare di questi edifici ‘dell’esclusione’ i nuovi luoghi collettivi e multifunzionali della città. Per quanto riguarda l’ex carcere di Buoncammino credo che debba essere mantenuta la sua identità, integrandola con altre funzioni: sperimentazione, innovazione, attività per i giovani che ne garantiscano un utilizzo tutto il giorno, e una parte dedicata alla residenza per studenti. Questa è la nostra idea su cui chiediamo alle istituzioni di ragionare”.

“E’ necessario ragionare con tutti i soggetti coinvolti – ha precisato il sindaco Massimo Zedda – e sarà indispensabile l’intervento dei privati: un discorso che vale per l’ex carcere così come per le altre strutture dismesse presenti nel territorio. Quello di Buoncammino è uno degli immobili più grandi che esistono a Cagliari, e che quindi permette diversi usi condivisi. Uno spazio museo per ricordare la storia del carcere, e uno studentato visto che il campus di viale La Playa non sarà in grado di soddisfare tutte le esigenze degli universitari. Ma nel frattempo non escludo esposizioni temporanee, l’importante è che non si trasformi in un altro rudere in città”.


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