C’è un fenomeno di cui ultimamente i media stanno iniziano seriamente ad occuparsi. Si chiamano Hikikomori, sono perlopiù giovani, anzi giovanissimi, che hanno abbandonato ogni legame con la vita reale, scelto deliberatamente di ritirarsi dalla vita sociale per vivere rinchiusi dentro le proprie stanze, a leggere o connessi ad internet, senza aver nessuno contatto con la vita esterna per lunghi periodi, mesi e, addirittura, anni.
Il termine significa letteralmente isolarsi, il fenomeno nasce in Giappone dove si presuppone che siano circa l’1 per cento della popolazione, ma è impossibile al momento fare una stima reale. Una sindrome culturale che riguarda tutti i paesi sviluppati del mondo, e dalla quale l’Italia non è esclusa. Tanto che esiste un blog dedicato: hikikomori Italia.
“E’ un grido di protesta contro una società frenetica, feroce e soffocante, che non dà la possibilità di sbagliare, di essere diversi, di comportarsi al di fuori della logica del gruppo” si legge nel sito della comunità Hikikomori italia creata nel 2013 da Marco Crepaldi, laureato in psicologia, che conta oggi migliaia di utenti.
“Allora se ne parlavamo molto poco- racconta- ma ora il fenomeno è esploso. La comunità non comprende solo ragazzi hikikomori, ma anche genitori, psicologi, ricercatori e tutti quelli interessati al fenomeno per capirne le motivazioni. Il principale obiettivo di questo blog – continua- è quello di informare sensibilizzare e tentare di accendere una riflessione critica sul fenomeno. Lo scopo è quello di capire, non curare; affrontare il problema senza stigmatizzarlo e senza giudicare. Un secondo obiettivo,è quello di fornire ai ragazzi italiani che si sentono vicini all’hikikomori, o ai genitori che hanno un figlio in questa condizione, la possibilità di potersi informare, di capire che non si è i soli ad affrontare questa situazione e anche di potersi raccontare nel forum o nella community.”
Non è possibile fare una stima di quanti siano realmente, ovviamente, non vogliono parlare. Sono migliaia in Italia, nessuna regione esclusa, in questa comunità ci sarebbero anche alcuni ragazzi sardi.
Ma attenzione a non confendere hihikomori con dipendenza da internet, depressione o fobia sociale, questo è be sottolineato sul sito. Si tratterebbe, secondo la definizione non scientifica riportata nel blog, di un meccanismo di difesa messo in atto come reazione alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle moderne società.
Il fenomeno è preoccupante perchè conta sempre più giovanissimi che decidono di chiudersi nelle loro stanze e fuggire cosi dalla realtà che li circonda.













