C’è chi allarga le braccia, “dobbiamo fare così? Lo faremo”, chi è pronto a mettere mano al portafoglio, “il personale deve lavorare nelle sale, assumerò qualcuno che controlli i clienti all’ingresso” e chi promette battaglia, se serve anche legale, “non farò nessuna verifica sui clienti, vendo caffè e cappuccini e non faccio la guardia. Verrò multato? Mi rivolgerò al mio avvocato”. A poco meno di due settimane dall’entrata in vigore del green pass, indispensabile per accomodarsi e consumare ai tavoli di bar e ristoranti, i titolari dei locali di Cagliari sono, chi più chi meno, nel caos. Non tutti vogliono “cedere” all’obbligo di verificare se un cliente sia vaccinato o negativo. E, dopo un anno e mezzo di incassi “gambizzati” da lockdown e restrizioni, la paura di battere meno scontrini fa il paio con la voglia di non doversi trasformare in sceriffi. Manuele Muggianu, titolare di un bar di via Garibaldi, ha sei tavoli interni: “Non farò proprio nessun controllo. Rispetto chi si è vaccinato, io per il momento non intendo vaccinarmi per delle mie idee, pretendo che vengano rispettate. Lavoro facendo caffè e cappuccini, il mio mestiere non è quello della guardia. Chi sono io per chiedere a un cliente di farmi vedere il green pass? Se vuole me lo mostra direttamente lui”, afferma Muggianu. Per chi sgarra, però, in caso di controlli, multa e chiusura del locale sono assicurate: “O il Governo ci fornisce linee guida reali alle quali attenersi o pagarmi un addetto ai controlli va bene, sennò non ho l’autorità o il tempo per farlo, lavoro da solo. In caso di sanzioni e chiusure mi rivolgerò al mio avvocato, sarà la stessa cosa che faranno tanti altri miei colleghi. Ripeto, non vedo come si possa attuare una cosa del genere all’interno di un bar, il mio, che è piccolo. Non sono uno sceriffo, sono un barista”.
Gianmichele Dedoni è uno dei ristoratori della Marina: “Questo green pass mi darà problemi, dovrò cercare una persona che controlli ogni persona che entri. Dentro ho 150 posti, ora sono diminuiti per le distanze, reali sono ottanta. Dovrò assumere per controllare se ognuno ha il green pass, è già un momento difficile, ad agosto stavo un po’ riprendendo a lavorare”. Dedoni, alla fine, farà di necessità virtù: “Dovrò pagare nuove persone, cosa devo dire? Sono costi in più per l’azienda, ho già sofferto per due anni. Non lo trovo giusto, avrei messo più controlli e controlli simili li doveva fare lo Stato”.
Controlli in arrivo anche nel ristorante guidato da Claudio Mura, ma non prevale certo la felicità nelle parole del ristoratore: “Mi adeguo, sarò pronto. L’unica cosa da dire è che vanno avanti con queste norme, vacciniamoci e risolviamo questo problema una volta per tutte. Sarò costretto a farmi trovare preparato, ci saranno sanzioni. Mi sono adeguato a tutte le norme, ogni volta ne escono di nuove. Bisogna uscire dall’incubo del Covid, con i vaccini possiamo fare a meno di green pass, mascherine e distanziamenti. La mia categoria è ancora penalizzata, taglia una bella fetta di clienti, quelli che non sono vaccinati. Già più di un cliente me l’ha detto, la gente non è ancora convintissima. Se non lo faccio e mi chiudono il locale, visto che i vigili verranno a controllare, assumerò una persona in più per fare i controlli. Noi siamo sempre quelli colpiti e in prima linea per il Covid, e ci sono categorie meno penalizzate”.







