Il nome del premier? “Non è quello l’importante, basta che si mettano d’accordo e che governino, sono stati votati per fare quello, non spendere altri soldi per nuove elezioni. Devono fare l’interesse del Paese, e devono farlo come si deve”. A dirlo è un signore, molto arrabbiato per l’impasse nella quale si trova il Governo nazionale. Mattarella propone un “governo di servizio, poi il voto”. Apriti cielo: tra i cagliaritani regna la rabbia, e via Roma diventa sempre più un termometro politico affidabile. Tra chi passeggia e fa compere, il coro è unanime: “No a nuove elezioni, devono governare”.
Solo in un caso un cagliaritano ha le idee chiare: “Voglio premier Di Maio”, per tutti gli altri un nome vale l’altro: “Devono fare un accordo e governare. Chi vedo bene come premier? Bella domanda”, afferma, sconsolata, una signora. Accanto a lei, il marito è netto: “Serve una legge chiara sulle votazioni, questo è poco ma sicuro”. C’è anche chi – casi rarissimi – non disdegna un ritorno alle urne perchè “nessuno di quelli eletti finora mi rappresenta, se a dicembre posso votare di nuovo farò una scelta molto estrema”, confida un 40enne.









