Riesce a clonare il carciofo spinoso sardo. Giorgio Corda, agricoltore, di 55 anni di Villasor: una vita passata tra passione per l’agricoltura e sperimentazione. Per migliore la resa della coltura del carciofo, l’agricoltore ha deciso di clonare il carciofo sardo per “contenere gli aborti del capolino”, ovvero la pianta che non è riuscita a svilupparsi e quindi non può essere venduta. Corda è riuscito a selezionare circa cinquemila piantine in mezzo ettaro di terreno, sei anni fa. Ora, i suoi campi sono oggetto di osservazione da parte dei ricercatori e dei tecnici di Agris Sardegna, ma anche degli agricoltori lungimiranti. E ancora oggi le piantine ottenute chiamate “dolicomorfe”, (per usare un termine zootecnico), vengono “marcate” da Giorgio Corda con un nastro, per evitare che da queste vengano cavati gli ovuli per i nuovi impianti.
“Gli ovuli vanno prelevati rigorosamente dalle piantine “brachitipo”. Il livello di intensificazione dell’agricoltura moderna, in termini di capitali impiegati per la produzione e la raccolta, in primo luogo manodopera e mezzi tecnici, obbliga gli agricoltori a ricercare indirizzi colturali ad alto reddito, con i quali massimizzare i profitti a fronte di un aumento dei costi di produzione, afferma il tecnico di Agris Ricerca, Fulvio Tocco. In tale contesto la selezione sul campo consente di incrementare e rendere stabili i rendimenti produttivi delle piantine di carciofo anche in annate, come quella di quest’anno, costretti a sospendere momentaneamente la raccolta a causa delle quotazioni di mercato eccessivamente basse”.
“Grazie all’impegno di Giorgio Corda e degli agricoltori che la pensano come lui, commenta con soddisfazione il dirigente di Agris, Martino Muntoni, il carciofo spinoso sardo ha riacquistato il suo primato sui campi di Villasor, dopo una preoccupante flessione degli anni 2000 a causa della contemporanea presenza della varietà “Tema” e dell’alta incidenza dell’aborto dei capolini delle varietà autoctone, che si evidenzia particolarmente nelle colture precoci”. “Ancora oggi per questa specie vegetale non esistono garanzie totali, né per l’aspetto sanitario, né per quello produttivo. La ricerca deve fare ancora tanto in questa direzione – ha concluso Tocco. Durante il sopralluogo la ricercatrice di Agris, Anna Barbara Pisanu, ha prelevato dei Carducci per un ulteriore approfondimento in laboratorio della selezione effettuata in questi ultimi sei anni da Giorgio Corda.











