Gigi Riva ha avuto pochi veri amici. Schivo, remissivo, poco incline dopo la lunga carriera calcistica al Cagliari ha continuato a rifugiarsi, ogni sera sino a tre anni fa, dove sapeva che era garantita la privacy. Cioè nel ristorante Stella Marina di Montecristo, diretto da Giacomo Deiana. Rombo di tuono arrivava spesso a piedi, entrava e sapeva che subito a sinistra c’era il suo tavolo, con tanto di sedia con lo schienale rosso e blu e un’infinità di fotografie e quadri alle sue spalle, tutti incentrati sul Cagliari e sovrastati da una sciarpa. Nella notte della morte di Riva c’è il quasi tutto esaurito da Giacomo: chi ha prenotato sa che mangerà cozze, gamberoni, fregola e fritto misto in una sera, quella del 22 gennaio 2024, destinata a passare alla storia. “Gigi è stato per me come un fratello maggiore o un padre, non fa differenza”, confessa Giacomo Deiana. Che si auto benedice quando ricorda che, poche settimane fa, ha detto di no ad una persona interessata a comprare una delle due maglie autografate da Gigi del Cagliari. “È morto, Gigi è morto, sto soffrendo tantissimo da quando l’ho saputo, andrò a trovarlo al Brotzu”.
“Gigi non passava più qui da circa due anni ma mi sentivo spesso con i figli e con lui. Quando è stato necessario l’ho progetto da foto e telecronaca, amava la riservatezza tanto quanto la amo io”. E Deiana enuncia, come un rito o un mantra, il menù di Rombo di tuono: “Qualche antipastino, minestrone e pesce. Oppure ossobuco, ne andava matto.
Mi ha confidato dei segreti che porterò per sempre dentro di me. L’ho visto l’ultima volta due mesi fa, quando andai e trovarlo a casa e già non era più quello di sempre”. Viso affaticato, mola meno voglia di parlare rispetto a due decenni fa. Il suo tavolo-trono è già luogo di pellegrinaggio: “Mi sembra di pensare che Beckenbauer, morto due settimane fa, l’abbia chiamato in cielo, proprio lui che l’ha marcato stretto nell’indimenticabile Italia-Germania cinta 4-3”. Gigi solitario, amante della privacy e poco incline alle celebrazioni, starà sicuramente guardando, sorridendo, chi oggi lo piange. Chi piange il mito, la leggenda con la L maiuscola di Cagliari e del Cagliari. Mito per sempre.









