Esseri umani, di colore, di etnia rom, famiglie con piccoli al seguito, nelle baracche, in una vera e propria sorta di borderline, tra topi, sporcizia, residui di roghi di rifiuti e ogni altro genere di materiale pericoloso, una vera e propria bomba ecologica nel caseggiato abbandonato della ex IncasPisano, in viale Elmas a Cagliari. Almeno una trentina le persone che vi “abitano” (se così si può dire) in quell’edificio che già dall’esterno appare un biglietto da visita del degrado periferico per eccellenza. E all’interno, nessuno che può smentire: l’odore irrespirabile farebbe venire i conati a chiunque, laddove dormono e soggiornano (in una situazione decisamente malsana e a rischio di malattie), decine tra senegalesi e ragazzi di altre nazionalità, mentre adiacente al vecchio stabile dalle pareti annerite e a rischio crolli, un altro capannone, anch’esso lasciato a se stesso, dove ci sono alcuni accampamenti di famiglie rom con bambini. Ma non è tutto, dalla sera fino a tarda notte appare impressionante il via vai di uomini (anche sposati) che si appartano con le prostitute nigeriane, all’interno di quell’enorme locale semi-nascosto da piante rinsecchite e pieno di spazzatura in putrefazione. Il rischio malattie è dietro l’angolo.
UNA SCENA DA TERZO MONDO. Eppure alle porte della città, tra le aziende commerciali che hanno sede nelle vicinanze, esiste per davvero, accessibile a chiunque, senza che nessuno intervenga per porre fine allo scempio, compresa la Asl, Polizia municipale e altre autorità competenti: come si può vivere in quelle condizioni disumane? Gli attuali proprietari della struttura sono a conoscenza di quel che accade li dentro? Il possibile rischio è che vi siano anche migranti arrivati in città dopo gli ultimi sbarchi, ma per ora è solo un’ipotesi.
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