Elezioni regionali istruzioni per uso. Al mio segnale scatenate l’inferno. Fra tre giorni, almeno apparentemente è finita, in realtà durerà sino alle 22 di domenica. Le previsioni meteo assicurano circa 22 gradi ma la temperatura percepita, in alcuni ambienti, sarà almeno di 20 gradi più alta. Strane elezioni, terminano ufficialmente il 14 febbraio San Valentino giorno dell’amore, terminano in realtà lunedì 17 numero teoricamente sfortunato. La maggior parte degli “analisti di strada”, quelli che avevano il polso della situazione” ben meno attrezzati dei “sondaggisti professione”, spesso precisi condividono un’opinione: non si capisce nulla. Chi vince? Chi perde? Chi pareggia? Il pareggio non esiste, in ogni caso attendendo i risultati, probabilmente ci potrebbe essere la possibilità di affermare: hanno quasi pareggiato. Questo in politica conta. La legge elettorale è una follia. Si vota un solo giorno, dalle 6.30 di domenica alle 22, non è previsto il ballottaggio. Vince chi ha un voto in più, con l’assurdità che partiti e coalizioni votati da migliaia d’elettori non entreranno nei sessanta eletti. Per cui, fra molteplici soglie, paradossalmente entra in Consiglio chi prende seicento voti e non accede chi magari avrà centocinquantamila. I candidati sono circa 1.500, distribuiti in otto collegi, ritagliati nelle ex province. Proposti quali legislatori, dicasi Consigliere Regionale ed abusando, sino ad oggi, del titolo d’ONOREVOLE, con qualche divagazione recente sull’onorabilità.
Che deve fare un eletto? Deve fare il legislatore, ergo elaborare, proporre, approvare leggi. In molti casi, in alcuni è assolutamente certo, se la scelta dovesse essere fatta con il metro della capacità, saremmo in gran difficoltà. Pochi hanno la percezione di ciò devono fare una volta eletti. Se dovessimo ragionare delle nostre affezionate “in quanto donne”, la legge licenziata non solo non da certezze di quote ma il numero di donne, ad uno sguardo odierno, è destinato sottosotto quasi zero. Se chiedi ad un amico candidato nella maggior parte dei casi risponde gli è stato chiesto. Mentre girando per strada la percezione e che l’offerta politica non corrisponda alla richiesta. In ogni caso come ha meravigliosamente scritto un caro amico: l’unica cosa bella è che fra tre giorni finirà. La campagna elettorale termina nel giorno degli innamorati amore che tutti (ex noi) quest’anno dovremmo dedicare alla nostra Sardegna, così come speriamo che lunedì diciassette, lo spoglio inizia la mattina, ed a quest’ora il risultato sia acquisito, sia chiaro ed inequivocabile. Specifico ed importante sarà il test per l’amministrazione comunale cagliaritana. Per esperienza, la competizione si giocherà sino al novantesimo minuto (22.00), risolvendosi presumibilmente ai rigori. Assodato ciò, in questi ultimi giorni i prodi e forti 1.500 ordineranno di scatenare l’inferno. Servirà per orientare molti che non sanno o non vogliono partecipare alla partita. Rimarranno soltanto cinquantanove, compreso il secondo candidato presidente. Di Presidente ne rimarrà soltanto uno mentre per la composizione del Consiglio chiedete ad un esperto di cabala in tandem con un matematico sistemista. A ciò siamo ridotti, nella patria che ha dato i natali alla migliore classe politica, nella regione che ha visto nascere statisti di levatura internazionale. Allora per tutti ancora tre giorni di depliant, santini, facsimile 70×40, 600×700 e parole gratis. Almeno credo. Gianfranco Carboni













