Esplode il caso Todde, ed esplode (anche) oltre il Tirreno, come era prevedibile che accadesse dopo le ultime vicende. Prima il centrodestra con Forza Italia e Lega che allertano il ministro della Giustizia Nordio e chiedono un’ispezione urgente, poi il Consiglio superiore della magistratura con Enrico Aimi: tutti vogliono vederci chiaro sulla rimozione di Riccardo Fercia dal ruolo di difensore del collegio di garanzia elettorale nella sua nuova composizione.
I fatti in breve: il 3 gennaio il collegio presieduto da Gemma Cucca aveva notificato una multa da 40mila euro e la decadenza della presidente Alessandra Todde da consigliere regionale e di conseguenza da presidente della Regione per irregolarità nelle spese elettorali. Fra ricorsi, controricorsi, rinvii e consiglio regionale rimasto sempre alla finestra, Gemma Cucca è andata in pensione. Al suo posto, a capo del collegio elettorale della Corte d’appello è stato nominato Massimo Costantino Poddighe, marito di Marcella Marchioni, a sua volta nominata dalla presidente Todde segretario generale della Regione da lei presieduta, oltre che direttore generale dell’assessorato della Programmazione e Bilancio.
Primo atto di Poddighe, marito della Marchioni, è stato revocare Fercia, con il risultato che il collegio elettorale che ha deciso per la decadenza non potrà avvalersi di un legale nel difendere le sue ragioni in nessun grado di giudizio. Una decisione che, apparsa come un modo di tutelare la presidente 5 stelle, ha immediatamente scatenato la reazione del centrodestra prima e del Csm poi. Il collegio elettorale della corte d’appello aveva chiesto la decadenza di Todde per due motivi principali: la numero due di Conte non aveva aperto un conto corrente dedicato ai finanziamenti elettorali per garantirne la trasparenza né nominato un mandatario come invece espressamente previsto dalla legge. Nell’ordinanza venivano poi elencate altre irregolarità per un totale di sette.
Insomma, quella che sembrava una questione amministrativa sarda si è trasformata in un caso istituzionale nazionale.
Forza Italia e Lega chiedono ora un’ispezione al ministro della Giustizia Nordio, il consigliere e membro laico dell’organo di autogoverno della magistratura Enrico Aimi ha chiesto l’apertura di una pratica per verificare la posizione del nuovo presidente del collegio, evidenziando dubbi anche sulla revoca dell’incarico a Fercia con la conseguente decisione di affidare la difesa dell’ente all’avvocatura dello Stato.
Lo scontro si gioca ora su più tavoli: quello giuridico, quello istituzionale e quello, inevitabilmente, politico.











