Daniele ha 28 anni, è un ragazzo affetto da una grave forma di autismo. Da quando ne ha ventidue si trova in un centro di riabilitazione romano. Da allora non è più uscito se non per correre in ospedale in seguito ai problemi clinici e agli incidenti che gli sono occorsi in questi 5 anni di internamento coatto. La sua colpa è quella di essere un ragazzo autistico grave. La sua è una storia che appare come un tuffo nel passato, in quegli anni bui e drammatici in cui i centri per disabili erano solo psichiatrici e somigliavano a istituti di pena.
“Daniele passa le sue giornate recluso in una cameretta, senza tutor dedicato, sottoposto alle massime dosi consentite di psicofarmaci che stanno minando il suo fisico dopo aver gravemente ridotto allo stato larvale la sua psiche – racconta Ara, associazione risorse autismo – Da tempo la madre ha trovato e segnalato alle Istituzioni l’esistenza di una struttura socio assistenziale in grado di accogliere Daniele ed erogargli le terapie di cui necessita”.
“La ASL RM4 però non ha intenzione di pagare l’inserimento di Daniele in questa nuova struttura – spiegano – i costi sono alti, dicono, perché Daniele ha bisogno di un tutoraggio esteso alla gran parte della giornata, che l’attuale centro non è in grado di garantire.”
Ma quanto vale la vita di Daniele? Secondo quanto previsto dalla Memoria di Giunta della Regione Lazio, entro il 30 novembre la ASLRM4 dovrebbe predisporre il Piano Assistenziale Individuale (PAI) per Daniele e deliberare entro il 31 dicembre 2019 l’inserimento del ragazzo nella struttura socio assistenziale che da tempo si è detta disponibile a riceverlo.
Il 13 agosto 2019 la madre di Daniele, tramite l’avvocato Claudia Costantini dello Studio Legale d’Amati di Roma, esperta in materia di welfare, diffida formalmente la Regione, la ASL e il Comune di Civitavecchia a provvedere all’immediato inserimento di Daniele nella struttura Villa Arcobaleno e all’adozione di ogni altro provvedimento necessario e idoneo a tutelare comunque la salute di Daniele.
Ancora una volta, nessuno risponde. Il 31 gennaio 2020 Daniele verrà dimesso dalla struttura dove è attualmente ricoverato.
“A breve – fanno sapere dell’associazione Ara – partirà una raccolta firme per sensibilizzare le Istituzioni che avevano e hanno il dovere di proteggerlo, inserirlo in una struttura adatta a lui e garantirgli una vita dignitosa.”












