Drammatica e critica la situazione sanitaria della provincia di Oristano: scendono in piazza tutti i sindaci del territorio. Giornata di protesta quella di ieri dove i rappresentanti dei cittadini hanno fatto sentire la loro voce in difesa del diritto alla salute. “La situazione era già in grande difficoltà prima dell’avvento del Covid. Ora, è ancora più drammatica e critica” spiega Anna Dore, sindaca di Uras.
Una manifestazione importante, “motivo di grande orgoglio: è uno dei motivi del perché vale la pena di lottare sempre per il nostro territorio, anche se esausti” afferma il sindaco di Oristano Andrea Lutzu.
Presente anche la sindaca di Arborea Manuela Pintus: “Dal 2015, anno in cui è iniziata l’esperienza amministrativa, ho partecipato a moltissime manifestazioni finalizzate a chiedere a gran voce che i principali presidi territoriali potessero essere salvaguardati e potessero rimanere saldi sul nostro territorio, a garanzia dell’erogazione dei servizi e del rispetto dei diritti dei cittadini dell’oristanese.
A settembre di questo faticoso anno si è costituito il Comitato per il diritto alla salute della Provincia di Oristano. Insieme a molti colleghi sindaci dell’oristanese – rispondendo all’invito di Andrea Lutzu, sindaco di Oristano – abbiamo partecipato alla manifestazione statica promossa dalla Commissione Speciale Sanità del Comune di Oristano, insieme alle principali sigle sindacali.
Erano presenti e determinate a fare sentire la loro voce anche le associazioni “ANIAD”, “Cittadinanzattiva”, “Komunque donne” e “Associazione Thalassemici”, insieme al neonato Comitato per il diritto alla salute della Provincia di Oristano.
Tante e diverse voci, provenienti da ogni parte del territorio provinciale, che si sono unite per chiedere maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini dell’oristanese”.
“La situazione attuale, figlia di scelte trascinate nel corso di moltissimi anni e oggi aggravata dal coronavirus – spiega inoltre Manuela Pintus – ha evidenziato ancora una volta che è necessario potenziare gli organici dell’intero sistema sanitario territoriale, riorganizzando i servizi e le strutture sanitarie a garanzia di tutti i cittadini, a partire dalle fasce più fragili, e a garanzia della vita stessa, bene primario oggi messo in discussione come forse non accadeva dai tempi dei grandi conflitti europei”.
Una mobilitazione insomma che segna sicuramente l’inizio di una delle più importanti battaglie per la Provincia.












