La “denuncia” del caso è riportata in comunicato firmato da Alessandro Usai, segretario provinciale della Fimmg di Oristano. A leggere le righe scritte, c’è quasi da sobbalzare sulla sedia: “La Fimmg provinciale di Oristano è venuta a conoscenza di un protocollo per la terapia domiciliare del Covid-19 inviato sulla mail aziendale dei Medici di famiglia della Sardegna dalla Segreteria COR.SA Sardegna ‘su indicazione della Direzione Regionale dell’assessorato alla Sanità’, con oggetto ‘attivazione protocolli per terapia domiciliare Covid’.”. In pratica, ci sarebbe un ok, che sarebbe a detta degli stessi medici quanto meno “clamoroso”, sull’utilizzo di alcuni integratori per curare, a domicilio, il Coronavirus. “Visto che lo schema di terapia proposto da un folto gruppo di professionisti, che da tempo segnalano risultati soddisfacenti, non trova tuttavia conferma nelle indicazioni del Ministero della Salute, considerato che il trattamento terapeutico nelle prime fasi della malattia, propone l’uso di integratori mai validati per uso terapeutico e a totale carico del paziente” e “visto che lo schema terapeutico suggerito contrasta in alcuni punti con le raccomandazioni di trattamento domiciliare emanate dall’Aifa, considerata la numerosità dei pazienti in cura domiciliare e la montante gravità dell’attuale stato della pandemia”, la Fimmg pone tutta una serie di domande.
“Queste pervenute sulla mail aziendale dei medici di famiglia sono linee guida di terapia validate dalla Regione Sardegna? Perché l’utilizzo della mail aziendale, destinata alle comunicazioni ufficiali dell’Ats, a questo farebbe pensare. Le sostanze (es. quercetina) previste per il trattamento Covid iniziale saranno fornite a carico del servizio sanitario regionale? Come spiegare a chi deve curare i pazienti a casa il perché della discordanza con le prescrizioni Aifa? Saranno resi mutuabili anche farmaci per uso veterinario come l’ivermectina? Il nutrito gruppo di colleghi autori enumerati nel protocollo segnalano in diverse pubblicazioni buoni risultati che però non ha avuto validazione a livello degli enti regolatori. Se però così è, perché diffondere nella mail aziendale che fa capo al servizio sanitario regionale un protocollo non validato con l’invito a utilizzarlo? I medici di famiglia della Sardegna, a cui tutti in genere hanno qualcosa da insegnare, ma che vorrebbero evitare di passare dalla ‘ebv’ (tanto auspicata evidence based medicine) alla ‘nbm’ (nothing based medicine), già erano a conoscenza dello schema terapeutico in oggetto perché più volte pubblicato come esperienza di gruppi di lavoro, ma non validato. La Fimmg invita l’assessorato a chiarire se questa è da oggi la linea guida ufficiale adottata dalla Regione per il trattamento domiciliare della Sars-cov2”.
E, sulla propria pagina Facebook, l’infettivologo del Santissima Trinità di Cagliari, Goffredo Angioni, scrive un post col quale conferma l’arrivo di questa email e, contemporaneamente, dichiara la sua netta presa di posizione, contraria: “Tra ieri ed oggi mi sono arrivate notizie inquietanti sulla terapia domiciliare riservata ai pazienti Covid. La prima riguarda un documento, che allego nelle foto, riguardante un incontro, svoltosi mesi fa in modalità online, con il “Comitato Cura Domiciliare Covid”, fondato dall’avvocato Grimaldi. Ho partecipato all’incontro, unitamente agli altri professionisti che si stanno occupando di Covid in Sardegna, unicamente per cortesia istituzionale dal momento che l’invito mi era arrivato dall’Aassessorato alla sanità della Regione. Il Comitato aveva già organizzato altre riunioni in altre regioni fino ad arrivare in Parlamento. Conoscevo già il gruppo (per un battage pubblicitario che va avanti da mesi) e non ero d’accordo con le idee propugnate. A differenza di quanto riportato nel resoconto, che allego, ho avuto una discussione piuttosto animata con il Dr. Cavanna, dal momento che chiedevo su quali basi scientifiche (che significa pubblicazioni su riviste autorevoli) basassero il loro protocollo, dopo aver argomentato le mie citando le fonti sulle quali si basano le Linee Guida Internazionali che condivido appieno. Inutile dire che sto ancora aspettando e che, per quanto mi riguarda, non ci sarà altro incontro in futuro. Credo che questo faccia il paio con un’altra notizia, molto grave, di cui sono stato avvisato pochi minuti orsono, e cioè di una mail, giunta nella casella istituzionale dei Mmg, sull’utilizzo di Ivermectina (il cui utilizzo non è approvato) per il trattamento del Covid. Vorrei essere chiaro: la terapia anti SARS CoV2 che io consiglio è solamente quella approvata ufficialmente dal ministero della Salute italiano. Diffido chiunque dall’affiancare il mio nome a qualsiasi altro protocollo terapeutico”.










