Coronavirus, aumenta l’indice Rt in Sardegna: è a 0,86

L’isola resta sotto “quota 1” ma segna un balzo in avanti rispetto all’ultimo report dell’Iss. E c’è l’avviso: “In Italia progressivo peggioramento dell’epidemia”


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In Sardegna l’indice Rt “certificato” dal 21 al 27 settembre è dello 0,86. L’ultima segnalazione ufficiale segnava 0,77. Sono questi i dati diramati dall’Iss, con l’indice Rt che, a livello nazionale, tocca quota 1,01. Per l’istituto superiore della Sanità “in Italia si osserva un progressivo peggioramento dell’epidemia di Sarss CoVS 2 da nove settimane che si riflette in un maggiore carico sui servizi sanitari. Un rilassamento delle misure, in particolare per eventi e iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati, e dei comportamenti individuali, anche legati a momenti di aggregazione estemporanei, rende concreto il rischio di un rapido peggioramento epidemico”.

 

 

“La trasmissione locale del virus, diffusa su tutto il territorio nazionale, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti soprattutto nell’ambito domiciliare. Rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico. Sono stati riportati i primi focolai dove la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito intra scolastico. Sebbene l’impatto di questi focolai sulla trasmissione locale del virus sia finora contenuto, rimane essenziale mantenere l’attenzione sulle misure introdotte per prevenire trasmissione intra scolastica, come lo screening, la rilevazione della temperatura giornaliera da parte delle famiglie e il rispetto delle procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico. Il tracciamento dei casi e dei loro contatti e la conseguente riduzione nei tempi tra l’inizio della contagiosità e l’isolamento restano elementi fondamentali per il controllo della diffusione dell’infezione. L’aumento di focolai e di casi non associati a catene di trasmissione evidenzia l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati e indagati.

È importante il rafforzamento, anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici come la “app” Immuni, di questi servizi nelle attività di diagnosi e ricerca dei contatti in modo da identificare precocemente tutte le catene di trasmissione e garantire un’efficiente gestione dei casi e contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari”.

 

L’Iss ribadisce ancvhe la necessità “di rispettare i provvedimenti quarantenari e le altre misure raccomandate dalla autorità sanitarie sia per le persone che rientrano da Paesi per i quali è prevista la quarantena, e sia a seguito di richiesta dell’autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso. Sebbene i servizi territoriali siano riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus, viene ripetutamente segnalato un carico di lavoro eccezionale nelle attività di tempestiva gestione dei contatti che si riflette anche sulle attività non-collegate a questa emergenza.

Sebbene non siano ancora presenti segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali, la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno. La situazione descritta in questo report evidenzia importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Al momento i dati confermano l’opportunità delle ulteriori misure di prevenzione e controllo adottate dalle Regioni/PPAA e invitano ad essere pronti all’attivazione di ulteriori interventi in caso di peggioramento.

Si raccomanda alla popolazione di prestare particolare attenzione al rischio di contrarre l’infezione in tutti i casi di mancato rispetto delle misure raccomandate e durante periodi di permanenza in Paesi o aree con una più alta circolazione virale. In questi casi, si raccomanda di prestare responsabilmente particolare attenzione alle norme comportamentali di prevenzione della trasmissione di Sars-­CoV-­2, in particolare nei confronti di fasce di popolazione più vulnerabili”.


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