Forse Giuseppe Conte si è dimenticato che in Sardegna fra venti giorni esatti si andrà a votare per le elezioni regionali. E forse ha dimenticato che in Sardegna esiste una coalizione di centrosinistra proprio a trazione 5 stelle-pd, messa a punto già nella scorsa primavera nelle segreterie romane e scodellata nell’isola in autunno inoltrato, quando tutto era già deciso. Forse lo ha dimenticato, o forse del buon esito delle elezioni in Sardegna non gli importa più di tanto.
Ma tant’è: mentre in Sardegna la coalizione a guida 5 stelle cerca di smussare gli angoli e raccontare armonie, ovviamente in campagna elettorale l’operazione è più semplice, a Roma Conte massacra il Pd, strattonandolo e quasi sbeffeggiandolo in un’intervista al Corriere della Sera. Il passaggio più eclatante: “La differenza tra noi e gli altri”, cioè il Pd, “è nel DNA. Come potremmo camminare uniti se poi non riuscissimo a lavorare nella stessa direzione non solo sul tema dei conflitti bellici ma, ad esempio, sulla transizione ecologica? O sulla questione morale e della legalità? O per una politica che vada incontro alle sofferenze oltre che dei più poveri anche del ceto medio?”.
Una posizione pesante, che pur se espressa a livello nazionale non può lasciare indifferenti i vertici regionali che stanno facendo il possibile per portare a casa la vittoria alle regionali del 25 febbraio. Ma né il segretario regionale del Pd Comandini, né l’ex vice di Conte e deputata dei 5 stelle, Alessandra Todde, entrambi interpellati, hanno voluto commentare le dichiarazioni di Conte. Che, a questo punto, di sicuro non sarà invitato in Sardegna per la volata finale della campagna elettorale.










