L’azienda di moda di Alviero Martini è stata commissariata nella giornata di oggi per non aver controllato la filiera produttiva. Infatti, le aziende alle quali era appaltata l’attività, l’avrebbero sub-appaltata. Questo avrebbe consentito di prendere il controllo ad opifici cinesi che avrebbero sfruttato i loro dipendenti, senza un diretto controllo dai vertici dell’azienda. Chiare le parole del decreto della Procura di Milano: “Nella Alviero Martini spa vi è una cultura di impresa gravemente deficitaria sotto il profilo del controllo, anche minimo, della ifliera produttiva della quale la soceità si avvale; cultura radicata all’interno della struttura della persona giuridica, che ha di fatto favorito la perpetuazione degli illeciti”.
Le aziende sub appaltate avrebbero poi anche inficiato la qualità della produzione per far fronte alla richiesta e per abbattere i costi, data la scarsa capacità produttiva, affidandosi quindi a fabbriche cinesi. Gli opifici cinesi avrebbero prodotto le borse dal valore di 20 euro per poi darle alle aziende sub appaltatrici a 30 euro e rivendute alla Alviero Martini a 50. Le stesse borse, poi, sarebbero state immesse sul mercato al costo di 350 euro.
L’altro aspetto estremamente grave è, come si diceva, anche la condizione dei lavoratori, per i quali non erano rispettate le norme imprescindibili di salute e sicurezza di un ambiente di lavoro sano.
Per questi motivi, 6 aziende hanno smesso la produzione e disposte multe per oltre 153mila euro e sanzioni amministrative pari a 150mila euro.













