Un trenino verde di rabbia. Tante sono le cose che non vanno bene e come si dice “non c’è dinai” ma ritenere che la colpevole decadenza della tratta del vecchio trenino verde sia una follia in tutti i sensi non ammette nessuna replica. L’antica ferrovia attraversa una delle zone più belle e suggestive della nostra isola e, sfido chiunque lo abbia utilizzato a dire che non ne sia rimasto innamorato ed estasiato dai “belvedere”. Dopo il salto del Flumendosa nel comune di Sadali è un susseguirsi di stupende visioni, di bellezze naturali e di splendidi scorci, chi ci governa non lo deve aver mai percorso altrimenti ne comprenderebbe l’importanza economica e l’unicità. Per non parlare dei ponti costruiti in mezzo al verde del Tonneri (Seui) ed oltre, sino ad arrivare ad Arbatax è inutile scriverlo se chi legge non lo ha mai utilizzato. E, sfido chiunque a proporre a tre imprenditori o capi di governo di “farci un giro” e non sentirsi dire: “Che bellezza l’avessi noi”. Ma così è, forse abbiamo un piacere macabro a portare a consumo tutte le cose che invece farebbe più attrattiva la nostra isola già ricca con ulteriori proposte turistiche di alta qualità. Il “trenino verde” a mio avviso è un’eccellenza, detto ciò ormai ci tolgono i voli low cost, ci raccontano fandonie su progetti pianificati di metro e mezze metro, ma credo sia ingiustificabile perdere una più bella cosa così che se non fosse il titolo di un brano musicale ci farebbe morire dal ridere: “La storia più infinita che c’è ci vuole passione con te, un briciolo di pazzia per cui lavora di fantasia unica come sei. Brano e il testo (leggermente rivisto) di Eros Ramazzotti per cui: Ramazzotti per tutti bello fresco con ghiaccio, dato il caldo che fa. E, grazie di esistere. Gianfranco Carboni











