Una foto sbiadita in bianco e nero lo ritrae e tramanda la sua immagine sino ai giorni nostri ma il ricordo del suo vissuto a Capoterra è ben presente ancora tra i più anziani della cittadina che non dimenticano quel personaggio del passato che ha lasciato il segno indelebile e che merita di essere omaggiato.
Leon Gouin nacque a Tours il 9 Marzo 1829 e morì a Parigi il 26 Aprile 1888.
Alla notizia della sua morte “l’Avvenire di Sardegna”, giornale ostile agli stranieri, di lui scrisse: “Coltivò non distrusse”. L’ingegner Leon Gouin giunse in Sardegna nel 1858 per studiare i problemi legati al mondo minerario. Vi rimase un trentennio.
Nel 1861 la Società Petin Gaudet nominò Gouin responsabile delle miniere di ferro nelle montagne di Capoterra, da lui poi chiamata miniera di S. Leone.
Vista la sua esperienza nel campo dei trasporti maturata durante i suoi lavori per la costruzione della ferrovia Panama-Colon e in altre parti del mondo, nel 1864 costruì la prima strada ferrata della Sardegna della lunghezza di 15 km. La ferrovia collegava la miniera di S. Leone alla spiaggia della Maddalena a Capoterra. Nel territorio di Baccu Tinghinu costruì una villa a ridosso di un vasto bosco; lì visse per diversi anni dopo aver sposato una nobildonna cagliaritana. Gouin è stato un uomo di grande cultura: si interessò di agricoltura, botanica, allevamento, letteratura, ed infine la sua grande passione, l’archeologia. Grazie a lui oggi si può ammirare una delle più importanti collezione di antichi reperti custoditi nel Museo Civico di Cagliari. Nel 2020 l’amministrazione comunale, guidata allora da Francesco Dessì, dedicò una piazza a Petin, a dimostrazione che la comunità è grata e riconoscente del grande lavoro svolto nell’ambito minerario locale.










