Un progetto che mira a trasformare un’area dimenticata in uno spazio dove passeggiate e momenti di relax si intrecciano alla memoria. Anche una parete con i nomi dei sardi che hanno reso importante l’isola e un’altra con quelli di chi hanno avuto una sorte avversa che ancora oggi segnano un triste ricordo.
Oggi alle ore 18 nella sede della Confederazione Sindacale Sarda, si terrà l’incontro pubblico sul parco dedicato a Emanuela Loi, All’incontro interverranno anche il promotore del progetto Roberto Lepori, Elisa Murgia educatrice e sorella di Manuela Murgia, Cristiano Scardella scrittore e fratello di Aldo Scardella.
Parte da Roberto Lepori, promotore dell’iniziativa, che già da tempo si prodiga per inoltrare a sindaco e giunta la proposta semplice ma estremamente costruttiva che permetterebbe di “garantire dei servizi che il quartiere non ha mai avuto”.
Una piazza-parco pubblico con forestazione urbana, questa l’idea: “Visto che viviamo tra l’Asse Mediano e via Chiabrera, due arterie altamente inquinate (opera compensativa per ridurre le polveri sottili), è stata ipotizzata un’operazione di partenariato pubblico-privato”. Per questa ragione “chiediamo a Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, di preservare questo spazio pubblico.
La nostra proposta è di riqualificare l’area trasformandola in un parco pubblico dedicato a Emanuela Loi, un simbolo della lotta alla mafia. Emanuela, una giovane poliziotta, perì nel 1992 in uno degli attacchi più sanguinosi di Cosa Nostra. Il parco sarebbe un luogo della memoria, ma anche uno spazio di svago: prevediamo alberi, un parco giochi per bambini, una piazza di quartiere con panchine tematiche, i murales e un muro del ricordo per commemorare le vittime della criminalità sarda.
La città di Cagliari merita più spazi verdi. Il parco pubblico che chiediamo potrebbe essere un passo verso una città più verde e sostenibile”.
Centinaia le firme già raccolte da Lepori e ora si potrà aderire all’iniziativa anche tramite web.
Tra i nomi che verranno ricordati anche quello della piccola Maddalena di Desulo, violentata e uccisa, aveva solo 10 anni.
Un gravissimo fatto di cronaca avvenuto il 5 luglio del 1945 quello che sconvolse il piccolo paese montano, che mai ha dimenticato la piccola e che, ancora oggi, la ricorda: era solo una bambina quando fu brutalmente catturata da un uomo che, senza pietà, abusò di lei per poi ucciderla. Il suo corpo venne ritrovato dai suoi compaesani e l’assassino venne catturato: i più anziani del paese ricordano ancora la vicenda come se fosse avvenuta ieri, indelebili le immagini del dolore e della disperazione da parte di tutti. I suoi genitori portarono sul viso la sofferenza per il resto della vita, mai più un sorriso ma solo il ricordo della loro bimba volata via troppo presto in una maniera estremamente crudele. Una targa, una piazza intitolata a lei e una statua sono già presenti nel territorio e un’altra rappresentazione innanzi ai monti, quelli che dominano il paesaggio di Desulo, il suo paese che mai l’ha dimenticata.