Nel rettangolo allungato delle strade che circondano il mercato di San Benedetto le chiusure avanzano e reggono solo pochi colossi storici, come negozi di elettronica, farmacia, bar con una storia trentennale e attività gestite da cinesi. Nell’ordine: in via Cocco Ortu da mesi ha chiuso un negozio di biancheria, il proprietario ha tentato una migliore sorte altrove. Dopo una rosticceria-paninoteca e un parrucchiere, si è arresa anche un’agenzia specializzata in mutui: verrebbe da chiedersi chi, oggi, a Cagliari, potrebbe permettersene uno, effettivamente, a parte pochi eletti. A poche decine di metri di distanza, da ormai due settimane risultano abbassate le serrande di un sushi asiatico. Sui social la loro pagina è ferma a febbraio, come aggiornamenti, e nessuno sa se riapriranno in modalità all you can eat o con promozioni di piatti a prezzo fisso. Superato l’incrocio con via Lai, una storica panetteria si è trasferita nello stesso rione, ma ha comunque deciso che non valeva più la pena restare così vicina al mercato prossimo al restyling. A proposito, alla faccia del food che tira sempre: la steak house aperta in pompa magna nella “pancia” del mercato è chiusa da tre anni e non è mai risorta. Finirà anche lei sbriciolata dalle ruspe.
In via Pacinotti calma piatta, in via Bacaredda c’è spazio solo per auto, pedoni e bus e nessun negozio, mentre in via Tiziano ha chiuso da qualche mese un negozio di abbigliamento a pochi metri da un discount e, nel tratto tra via Monti e la stessa via Pacinotti hanno avuto più guai che benefici una pizzetteria e un negozio di bellezza dedicato alle donne. E i grossi centri commerciali, intanto, continuano a ringraziare










