I prezzi, non per le tasche di tutti, vengono giustificati dalla “storia” di un locale, pizzeria o ristorante poco importa, in vendita a Cagliari. Dove va avanti, inesorabilmente, una mega scrematura delle attività commerciali food. Quelle nuove faticano a superare l’anno di esistenza, ma ci sono anche quelle storiche che segnano ko inaspettati. A Villanova servono oltre 400mila euro per accaparrarsi un locale con tanto di taverna e seminterrato tra piazza San Giacomo e la ultra chic via Sulis. Lì si sono alternate varie gestioni di ristoranti, mentre invece in via Satta bastano 59mila euro per provare a fare business vendendo cibo, ma in questo caso si tratta di una pizzeria, modalità immobile più attività in poco più di cento metri quadri. A Is Mirrionis risulta in vendita una pasticceria, cifra richiesta attorno ai centomila euro per un’attività già avviata da circa tre anni. Mentre restano ancora invenduti tanti altri ristoranti finiti sul mercato già da un bel po’ di mesi, tra il centro storico sempre più affollato di tavolini e sedie e la semiperiferia. E in via Dante continua la ricerca di acquirenti per un bar e un bar stile bakery. L’elenco si aggiorna quasi settimanalmente, all’occhio del cagliaritano amante delle uscite nei fine settimana magari sfugge perchè i cambi di gestione, quando avvengono, non comportano un cambio di insegna.
Intanto, anche il famoso chef Salvatore Cappadonna lascia: il suo “Le due isole” in viale Diaz, accanto alla scalinata di Bonaria, è in vendita: 180mila euro per 183 metri quadri, lì da dieci anni si è sempre respirata l’aria di cucina di mare e i clienti, almeno sin quando ci sarà Cappadonna, non mancheranno: “Ma sto per compiere 68 anni e vado in pensione, così come mia moglie. Qui l’attività va”, spiega Cappadonna. Chissà però se saranno sempre rose e fiori anche con un futuro gestore: “Vendo solo la licenza, le mura non sono mie. Certo, purtroppo resta l’amaro in bocca per almeno gli ultimi dieci anni. Il sindaco Zedda ha introdotto un sistema di raccolta rifiuti inadeguato che mi ha portato a prendere tante multe, che contesterò davanti al giudice di pace, perchè sono stato obbligato a lasciare i mastelli sul marciapiede, non avendo spazio in ristorante. Il sindaco Truzzu non ha fatto nulla per cambiare la situazione e, inoltre, con lui sono arrivate le multe ai ristoratori per qualche metro e tavolino in più. I turisti, poi, non spendono, e nessuna amministrazione comunale o regionale, inclusa quella del presidente Christian Solinas che è spesso mio cliente, è riuscita a fare qualcosa per invertire la rotta. I croceristi hanno tutto a bordo, quando girano per Cagliari è già tanto se spendono per un caffè o un cappuccino. E nel mio settore, anche in città, ci sono troppi ristoratori improvvisati che, addirittura, arrivano a passare un lavapiatti al ruolo di cuoco. Nessuno fa più scuola o gavetta, e i clienti se ne accorgono. E con troppi ristoranti, i soldi non bastano. Se prima, per assurdo, potevi dividere un euro per dieci, ora devi dividerlo per duecento. E così non si può davvero più lavorare. Spero che chi arrivi dopo di me in viale Diaz sia preparato e sappia tenersi i clienti che mi hanno seguito fedelmente per decenni, sin da quando decisi di vendere il ristorante che avevo in Piemonte per venire a vivere in pianta stabile qui in Sardegna”.











