Un grave atto vandalico ha colpito nella notte il servizio igienico numero 2 situato alla quarta fermata del Poetto. Il gesto, definito da molti cittadini come ignobile e incivile, ha suscitato indignazione e rabbia tra la popolazione. La notizia del danneggiamento ha iniziato a circolare rapidamente sui social, scatenando un’ondata di commenti. In molti chiedono pene severe per i responsabili: “Che esseri incivili. Mi vergogno da parte loro. Li obbligherei a pulire tutti i cessi pubblici per almeno due anni”, scrive un utente. C’è chi sottolinea l’assurdità di danneggiare un servizio utile a tutti: “Non vi meritate niente, una spiaggia e luogo bellissimo dove puoi trovare tutto a portata di mano, e non siete in grado di esserne orgogliosi di avere un servizio del genere”. Altri invocano responsabilità e sanzioni: “Se si comincia a far pagare i danni ci si pensa due volte”, osserva qualcuno, mentre un altro aggiunge: “Vi mettono i servizi a disposizione e voi li distruggete, poi lamentatevi che non avete nulla”. Tra le proposte dei cittadini, emerge la richiesta di sistemi di sicurezza più efficaci e soluzioni preventive: “Converrebbe mettere serrature con la moneta, come in tante città del Nord, in modo che le porte non possano rimanere aperte e già questo potrebbe essere un deterrente. I servizi igienici devono essere a pagamento per la loro salvaguardia e per trovarli decenti se non proprio puliti. Al mattino apposito personale deve controllare l’efficienza ed igienizzarli”. Il tema della videosorveglianza torna con forza alla ribalta: “Se non mettono telecamere di sorveglianza in modo opportuno, in modo che non possano essere neutralizzate, non c’è speranza. Il danno tocca tutti perché è un bene pubblico, cioè pagato con le nostre tasche”. Un altro cittadino ricorda: “Gli abbiamo sistemati circa sei mesi fa, sono stati vandalizzati una settimana dopo”, a testimonianza di un problema che si ripresenta ciclicamente. Infine, l’amara constatazione di chi crede che la soluzione debba partire dalla consapevolezza individuale: “Perché si deve essere costretti alle punizioni? Dovrebbe partire da noi rispettare il bene comune”. L’episodio riaccende il dibattito sulla tutela degli spazi pubblici e sull’urgenza di politiche di prevenzione più incisive. Intanto, resta il danno materiale e morale per una comunità che cerca di prendersi cura del proprio territorio.










