L’ex Ospedale marino del Poetto, oggi da molti considerato a tutti gli effetti un ecomostro, è una struttura di epoca fascista, costruito secondo criteri architettonici razionalisti. Nel 2007, con un decreto del ministero per i Beni e le attività culturali, l’edificio è stato posto sotto tutela come bene di interesse storico: l’anno precedente, nel 2006, la giunta regionale aveva dettato le direttive per la valorizzazione del bene, stabilendo di affidarlo in concessione d’uso con destinazione turistica non residenziale, legata alla cura, al benessere e ai servizi alla persona. All’esito della gara ci fu l’aggiudicazione definitiva della concessione della durata di 50 anni per la realizzazione di un centro di riabilitazione intensiva per malati ortopedici. La ditta aggiudicataria non portò le necessarie autorizzazioni sanitarie e fu disposta la decadenza dall’aggiudicazione. Il provvedimento è stato impugnato davanti al giudice amministrativo, e solo nel gennaio 2018 il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione proposto dalla società aggiudicataria, così chiudendo definitivamente il contenzioso.
In quello stesso anno, l’allora giunta regionale approvò una delibera per imporre “interventi tempestivi e sostenibili tanto in materia di tutela dei suoi caratteri architettonici quanto in ordine alla concreta fattibilità economica dell’intervento stesso che, in ragione dell’esclusiva ubicazione del bene, si propone di riqualificare in chiave turistico ricettiva”. Di tempestivo, però, non c’è stato proprio niente. La Regione, d’altra parte, non può agire autonomamente, è necessario che il Comune di Cagliari adotti una variazione urbanistica. Ciò sarà possibile proprio grazie a questa delibera che riconosce il “preminente interesse generale” dell’opera. L’intero iter dovrà essere avviato in costante contatto con il Mibact e la Soprintendenza, essendoci sull’ex ospedale un vincolo storico. Alla Regione spetta invece il compito poi di predisporre un bando per dare il via alla procedura verso la riqualificazione in chiave turistico-ricettiva della struttura: l’ultimo bando risale al 2023.
Intanto, lui, il mostro inguardabile, resta lì, incurante di tutto, a sfregiare un pezzo di spiaggia, peraltro l’unico che conserva in alcuni tratti l’antica sabbia farinosa del Poetto, caratteristica del pre-ripascimento, di orizzonte e di natura. Nel paradossale silenzio di tutti.












