Prima, uno dopo l’altro, hanno chiuso i negozi della galleria interna. Gli ultimi hanno abbassato le serrande a novembre 2021, poi è stato il turno di Conad, a luglio 2022. Ma dei lavori di restyling e ampliamento della Città Mercato di Pirri se ne parla da inizio 2020: “Partiranno dopo Pasqua, dureranno un anno e mezzo”. Prima di una lunga serie di promesse non mantenute. Oggi, a due anni di distanza, l’agonia è profonda. Lavori milionari mai partiti, solo Conad ha aperto il portafoglio. Lo dice chiaramente Michele Orlandi: “Nel nostro spazio tutto è stato concluso, l’area è stata rinnovata”, spiega. “Non apriamo, però, perché saremmo da soli. Abbiamo ovviamente speso soldi nostri”. Insomma, di fare tornare commessi e cassiere in una struttura deserta non se ne parla, il rischio di flop economico è bello grosso. “Non abbiamo nessuna comunicazione da parte della proprietà su quando partiranno i lavori. Nessuna comunicazione”, ripete, scandendo bene le parole, il numero uno della Conad.
E i sindacati sono totalmente in guerra: “Sono indignato, dietro a interessi economici sui lavori di ampliamento si sono persi centinaia di posti di lavoro”, afferma Cristiano Ardau della UilTucs, “e al palo ci sono anche i lavoratori di Conad. Sono a casa in cassa integrazione, negli ultimi due anni sono diventati più poveri e hanno perso la loro dignità professionale. Abbiamo già chiesto un pronto intervento all’assessora regionale del Lavoro, Ada Lai, torneremo a discutere della vicenda co lei molto presto. Ci sono tanti lavoratori fermi non per una pandemia o altre disgrazie, ma perché nessuno si prende la responsabilità di fare partire i lavori di restyling della Città Mercato di Pirri”.










