Da un lato i portafogli dei clienti, dall’altro quelli dei benzinai. I primi sono sempre più vuoti, i secondi invece sono tornati leggermente più gonfi dopo il boom della benzina a 2,30 euro al litro. Ma, dalle tasche dei gestori dei distributori, mancano comunque soldi: quelli delle accise. Ecco perchè l’Angac, attraverso il suo presidente Giuseppe Balia, annuncia che è quasi pronto un maxi sciopero perchè, a detta di chi riceve la benzina dalle principali compagnie, c’è “un’indifferenza riguardo il rimborso delle accise da parte dello Stato. Proclamiamo uno sciopero unitario con tutte le sigle sindacali italiane nella speranza di ottenere la disponibilità da parte di tutti per la buona riuscita”. Ed ecco le richieste ufficiali: “L’ottenimento immediato del rimborso a causa delle riduzioni delle accise anticipate dai gestori, l’impegno del governo di applicare prezzi amministrati a tempo determinato per tutta la durata della crisi e il controllo da parte di mister prezzi sul rispetto delle normative riguardanti prezzi equi e non discriminatori e disparità di trattamento all’interno della stessa bandiera e di conseguenza ai contratti illegali”. La data ufficiale della serrata dei distributori si conoscerà nei prossimi giorni.
Lo scioperò riguarderà anche tutta la Sardegna, dove i prezzi continuano a volare. A Cagliari si va da 1,82 a 1,90 euro al litro, sfondando il tetto dei due euro se ci si affida al classico “servito”. E, anche nell’hinterland, la musica non cambia. Tra Pula e Sarroch, per esempio, la benzina arriva a costare un euro e ottantasei centesimi, si raggiunge anche 1,92 a Selargius. Prezzi troppo alti, seppur distanti dai due euro e trenta centesimi di poco più di due mesi fa. E per fare il pieno, ancora una volta, bisogna svuotare il portafoglio.











