A Cagliari c’è, ormai ufficialmente (è sotto gli occhi di tutti quelli che si trovano a dover passare in viale La Playa) una nuova baraccopoli a cielo aperto. L’hanno realizzata, a tempo record, il gruppo di migranti nordafricani che sono dovuti scappare, un mese fa, dall’immobile della Regione dato alle fiamme in via Riva di Ponente. E, da ormai un mese, si è creata una nuova zona pericolosa, alle porte della città. Scontrosi sin dalle ore successive al rogo, una parte di loro regolari e, quindi, liberi di non andare in nessun centro d’accoglienza, hanno realizzato i loro nuovi rifugi proprio nel parcheggione all’ingresso della città. “E la mia vita è cambiata in peggio”, tuona Valentina Porcedda, titolare del noleggio auto Sol Y Mar. “Spacciano droga, fanno i loro bisogni all’aperto, aggrediscono e minacciano le persone. Più di una volta hanno ricoperto di parolacce me e mio marito semplicemente perchè gli abbiamo chiesto di spostarsi dalla nostra passerella che serve ai clienti. Ci hanno detto che fanno quello vogliono. Sono diventati circa una cinquantina, dentro ogni baracca entrano anche in dieci. Così continuerò a perdere clienti, il parcheggio va liberato”, si sfoga la Porcedda: “Ho parlato col sindaco Truzzu, mi ha detto che non può fare altro che avvisare il prefetto. Più volte ho chiamato la polizia e i carabinieri, ma tutti gli stranieri sono ancora qui, si mettono anche a pregare per terra vicino all’ingresso della mia attività”.
La speranza è una, ovviamente, per la negoziante. Che il parcheggione di viale La Playa venga liberato quanto prima. “Ho paura, è naturale”, conclude l’imprenditrice che, spesso, ha anche a che fare con tanti vacanzieri e crocieristi. In sua difesa arriva anche Patrizia Tramaloni del comitato Interquartieri di Cagliari: “Impresa di promozione turistica paga la concessione in un’area pubblica per lavorare, ma poi si ritrova attorno chi spaccia, urina, aggredisce, minaccia, strattona, defeca, distrugge, ruba i mezzi necessari per operare al titolare d’impresa, sfonda e occupa lo spazio assegnato per l’esercizio delle attività. Poi nasce pure la baraccopoli, e si espande tutt’attorno. No, non sono le favelas ma il piazzale parcheggio di Cagliari di viale La Plaia, fronte Iper Pan, Ovs, dietro il porto. È urgente trovare una sistemazione agli extracomunitari, ripulire e disinfestare il piazzale. Si attende ancora l’intervento del governo locale: non si può rimanere indifferenti dinanzi a chi chiede aiuto per tutelare un lavoro con cui mantiene la famiglia e che viene compromesso dall’illegalità. Cagliari, sempre più nel degrado e sempre meno città turistica. Non è solo una questione di decoro ma di civiltà. Il comitato Interquartieri è attonito”, denuncia la Tramaloni, che ha anche reso pubbliche delle foto dove vengono ritratte “alcune modalità di accampamento, stile cosmopolitan, shabby, hippie, camping o sosta in preghiera in spazio di ingresso area lavoro aziendale. Gli spacciatori non sono stati fotografati per rischio incolumità pubblica e privata”.










