Da oggi cala definitivamente il sipario sulle sale operatorie dell’ospedale oncologico Businco di Cagliari. Le attività chirurgiche verranno trasferite al Presidio Ospedaliero San Michele, decisione che segna, secondo l’Unione Sindacale di Base (USB Sanità), un punto di non ritorno per l’assistenza ai pazienti oncologici in Sardegna.
Una scelta “disastrosa”, così viene definita dal sindacato, che parla senza mezzi termini di “politica sanitaria fallimentare” e di “danno inaccettabile” per i malati di cancro. Il provvedimento, deliberato da ARNAS con l’atto n. 506 del 10 aprile 2025, è stato pubblicato sul sito istituzionale dell’ente, ma secondo USB Sanità mancherebbero elementi fondamentali: il progetto esecutivo e il cronoprogramma degli interventi. “Siamo di fronte a una gestione dilettantesca – denuncia il sindacato – priva di qualsiasi pianificazione seria”.
Le prime avvisaglie della chiusura erano già arrivate con l’inizio del trasferimento dei reparti di chirurgia toracica e generale oncologica. Un passaggio che, secondo USB, è avvenuto senza alcuna chiarezza e con modalità improvvisate. Le rassicurazioni fornite dall’ARNAS – tramite social e comunicazioni interne – vengono bollate come “vuote” e “prive di contenuto concreto”.
“Gli interventi di ristrutturazione sarebbero potuti partire anni fa – incalza il sindacato – invece oggi ci si rifugia nell’idea di sale operatorie prefabbricate, un altro slogan che non risolve nulla”. Preoccupano anche le condizioni generali dell’ospedale Businco: radiologia, anatomia patologica e altri servizi essenziali versano in uno stato critico.
Il trasferimento al P.O. San Michele viene giudicato “irresponsabile e immorale”. USB denuncia una situazione già al collasso: personale ridotto, ambienti non accreditabili, mancanza di attrezzature idonee e gravi carenze logistiche, come i bagni insufficienti al settimo piano, destinato ad accogliere i nuovi reparti oncologici.
Il sospetto del sindacato è che si stia orchestrando, con precisione, la fine del Businco come centro di eccellenza oncologica a favore invece di strutture private.
USB Sanità lancia un appello urgente alla Presidente della Regione Sardegna, chiedendo un intervento immediato per fermare quello che definisce “un progetto che ha come unico scopo la spesa dei fondi PNRR, a scapito della salute dei cittadini”.
“La lotta contro il cancro – si legge nel comunicato – deve tornare ad essere una priorità. Oggi si consuma, con menzogne e disprezzo per i pazienti, l’ennesima catastrofe sanitaria”. Il sindacato annuncia la raccolta di materiale da consegnare alla Procura della Repubblica e chiede le dimissioni immediate della Direzione dell’ARNAS G. Brotzu.
“Ci chiediamo – conclude la nota – quale sarà il destino dei malati oncologici sardi: saranno costretti a spostarsi tra Businco e San Michele, o dovranno cercare cure altrove, lontano da casa, rinunciando al diritto alla salute?”











