Commissioni per l’invalidità bloccate, ferme, in freezer a Cagliari, l’unico centro dove è possibile ottenere il riconoscimento di questa o quella invalidità e gli aiuti, conseguenti, che prevede lo Stato. All’Asl di via Romagna le polemiche sono ormai all’ordine del giorno. Ci avevano già pensato i sindacati a lanciare la bomba, criticando la scelta da parte dei vertici della sanità sarda di non far fare più visite pomeridiane ai medici. E così le pratiche si sono accavallate, arrivando a superare quota dodicimila. Migliaia di sardi senza il diritto alle cure e ai bonus per poter convivere, quanto più tranquillamente, con i problemi di salute e gli acciacchi dell’età. E nell’elenco figurano anche molti nonnini e nonnine che vivono nelle case di riposo perchè non hanno più un’autonomia che possa consentirgli di vivere una vita totalmente indipendente. Anziani e malati per tutti, clamorosi fantasmi per la sanità sarda. C’è chi ha fatto richiesta di verifica già da sei mesi e si è sentito rispondere che “prima della fine dell’estate 2024 non ci saranno novità”. Altri mesi di agonia e rabbia, quindi, da vivere con tutte le incertezze e le mancanze dal caso.
“Mia zia ha novant’anni e sono la sua unica parente”, racconta la 52enne cagliaritana Valentina Murgia. “Da qualche mese è dovuta andare in una casa di riposo e deve pagare una retta mensile di 2200 euro, molto più di una normale pensione. La sto aiutando io, anche con le spese, perchè la commissione di invalidità non l’ha ancora visitata e, quindi, non le è stato riconosciuto quanto le spetta. Non poteva più vivere da sola, cadeva in casa e affidarla alle cure e controlli del personale specializzato di una struttura era l’unica soluzione”, racconta. “Lei ha una pensione e basta, ha necessità dell’accompagnamento e di tutta una serie di servizi che si possono attivare solo successivamente. Non è disabile ma ha problemi di salute, arrivati con l’età. Assurdo, per me che ho protocollato la domanda a novembre, dover attendere sino a fine estate. Ma chi sta peggio di tutti è mia zia. La neo presidente regionale Todde ha detto che deve mettere mano alla sanità. L’anno di attesa per un novantenne corrisponde a dieci anni per un ventenne, come si può andare avanti così? Mia zia, senza di me, sarebbe un morto dentro casa”.











