Se i soldi non ci sono, non ci sono e nessuno è ancora riuscito a farli comparire con una magia. Nella Cagliari del boom della povertà si fa la fila anche astucci, penne, quaderni, diari e zaini in vista dell’anno scolastico pronto a partire. In tal senso è emblematica la foto pubblicata da Eleonora Galia, presidentessa dell’associazione Il sogno di Giulia, da sei anni in prima linea per aiutare i meno fortunati: “Ieri, nella nostra sede di Is Mirrionis, in un solo pomeriggio sono venuti più di 250 bambini coi genitori, senza esagerare”. Oltre ai corredi scolastici, elargiti a chi ne faceva richiesta, “abbiamo dato 250 buoni pizza e in tanti ci hanno ringraziato. Grazie a tutte le persone generose che hanno portato tante cose belle e utili”, afferma la Galia.
“Ci servono grembiuli e zaini, non ne abbiamo più. Tanti bambini son rimasti senza, chi ne avesse li può donare. Anche chi è povero”, osserva la Galia, “continua a fare figli, noi cerchiamo di aiutare tutti”. Proprio ieri, una scena ha avuto lo stesso effetto di una fitta al cuore della presidentessa di Il sogno di Giulia: “Una ragazzina di sedici anni si è presentata al centro per chiedere vestitini e diari per i fratelli più piccoli, una scena davvero triste”. E l’impegno, al pari della fame e della disperazione “sia di sardi sia di stranieri”, dalle parti di via Baronia è quotidiano: “Riceviamo cieca trenta messaggi al giorno e cinque o sei telefonate, anche di sabato e domenica. Ascoltiamo tutti, cerchiamo di risolvere i problemi e aiutare dove possiamo con i nostri professionisti” come, per esempio, “col progetto ‘Fill’e anima’ che aiuta a comprare scarpe, occhiali, libri, corsi estivi e abbonamenti a palestra, corso di canto o semplicemente per ottenere un apparecchio acustico”.











