Baccano notturno, vandali e auto bruciate a Cagliari: “Il presidio della polizia della Marina? Promessa mai mantenuta”

Non bastavano gli schiamazzi fino all’alba, le risse, la sporcizia, l’alcool a gogò e il sesso a cielo aperto. Ora alla Marina ecco i raid incendiari. Marcello, Pd: “Il sindaco aveva annunciato il presidio fisso 2 anni fa: che fine ha fatto?” Don Boi: “Che tragedia stiamo aspettando? Adesso basta. Serve coraggio”


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Non bastavano gli schiamazzi notturni, le risse, l’alcool a gogò e il sesso a cielo aperto. Ora alla Marina ecco i raid incendiari di auto. Gli abitanti sono disperati. Il caso arriva in consiglio comunale. “Le condizioni di degrado del quartiere Marina richiedono una sollecita attivazione di un tavolo tecnico per la definizione di una serie di interventi atti a fronteggiare i fenomeni di teppismo e vandalismo eccetera”, attacca Fabrizio Marcello, capogruppo Pd in consiglio comunale.
“E’ necessario fare fronte comune per creare le condizioni di una alleanza trasversale finalizzata alla salvaguardia dei cittadini”, aggiunge, “per l’ennesima volta il quartiere Marina, vico Barcellona, via dei Pisani, via Barcellona, è stata pressa d’assalto da mani incendiarie e indisturbate. Più volte il primo cittadino di Cagliari aveva annunciato un presidio fisso della Polizia locale per il controllo del quartiere ventiquattro ore su ventiquattro, ma questo impegno non si è mai concretizzato. Più volte si è parlato di rafforzare il controllo delle forze dell’ordine sul territorio.
Più volte si è parlato del sostegno e supporto di Educatori (o operatori) di strada qualificati che si recano da gruppi di ragazzi informali, le cosiddette ‘compagnie’, ovvero ragazzi (target 14-25 anni) che si ritrovano spontaneamente nel loro tempo libero presso circoli, bar, oratori, piazze o giardini, e per instaurare con loro una relazione, condizione fondamentale per poter far emergere i loro bisogni, necessità, interessi o problematiche. Niente di questo in due anni e mezzo è stato fatto, i cittadini sono esasperati e preoccupati, ognuno faccia la sua parte”.

“Quali tragedie dovranno capitare perché qualcuno finalmente comprenda che in Marina insistono fenomeni diversi che non possono essere confusi e che richiedono interventi di diversa natura”? Dichiara don Ignazio Boi, “una cosa è la malamovida, altra gli assembramenti, altra ancora gli atti di teppismo e i comportamenti squallidi nelle vie e nelle piazze (sesso, vomiti, bisogni personali, distruzioni) e ancora altro atti deliberatamente delinquenziali (ordigni, incendi) che rischiano prima o poi di lenire l’incolumità dei cittadini. Riusciamo a dire una volta per tutte basta tutto insieme, facendo ognuno la propria parte e soprattutto riappropriandoci dei nostri spazi e dei nostri ambienti? Forse solo così riusciremo a comprendere chi è il “nemico” da contrastare e combattere: se il teppismo o il disinteresse (di tutti, nessuno escluso). Serve coraggio”.

Video: https://youtu.be/2LG6wlK0jNs


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