Alessandra Todde resta presidente della Sardegna: la richiesta avanzata lo scorso dicembre dal collegio di garanzia elettorale presso la corte d’appello non era legittima, perché non rientra fra le competenze di quel collegio pronunciarsi sulla decadenza: in sostanza, è andato oltre i propri poteri. Lo ha deciso oggi la Corte costituzionale con la sentenza numero 148. La corte ha anche precisato che le irregolarità contestate a Toddea deciso oggi la Corte costituzionale con la sentenza numero 148. La corte ha anche precisato che le irregolarità contestate a Todde – come la mancata nomina di un mandatario elettorale e alcune difformità nel rendiconto delle spese – non rientrano tra le cause di decadenza previste dalla legge.
Con una seconda sentenza, la numero 149, depositata anch’essa oggi, la corte ha poi dichiarato invece inammissibile un altro conflitto di attribuzione sollevato dalla regione contro il tribunale civile di Cagliari, che in primo grado aveva confermato la sanzione da 40mila euro nei confronti della Todde ma non la decadenza. Secondo la consulta, la regione non era parte del giudizio da cui è scaturita la sentenza impugnata e non può quindi considerarsi lesa nelle proprie prerogative: l’appello andrà dunque avanti, la prima udienza è prevista per il 7 novembre e riguarderà solo la sanzione. La decisione della corte chiude dunque una vicenda che per mesi ha agitato e bloccato la politica sarda.
Esulta la presidente Todde: “Mi hanno chiamata decaduta, hanno provato ad affossare il lavoro della giunta, a screditare il mandato che le cittadine e i cittadini sardi mi hanno affidato. Hanno provato a mettere in discussione la legittimità di un governo democraticamente eletto. Noi, invece, abbiamo scelto un’altra strada: quella della fiducia nella giustizia e nelle istituzioni, della serietà e del lavoro quotidiano. Continuiamo ad andare avanti, a lavorare a testa alta, con ancor più energia e determinazione”, ha commentato da Bruxelles.
Immediato il commento del leader del movimento 5 stelle Giuseppe Conte: “Cosa diranno adesso i garantisti ‘a senso unico’ del centrodestra che scudano i loro ministri e sottosegretari e finanche i criminali libici per ogni possibile violazione del diritto interno e internazionale e poi invece tentano di ribaltare il voto espresso democraticamente dal popolo sardo, con cavilli giuridici e campagne denigratorie?” ha detto, aggiungendo di aver sempre saputo come sarebbe finita. Per la segretaria del Pd Elly Schlein “è un’ottima notizia, di cui eravamo sicuri: Alessandra Todde continuerà nell’ottimo lavoro che già sta facendo e per cui è stata votata dai cittadini sardi. Il Partito Democratico è convintamente al suo fianco nel progetto per la Sardegna, regione che appena lo scorso anno la nostra coalizione unita ha saputo strappare al malgoverno della destra”.
Commenti di soddisfazione per lo scampato pericolo sono poi arrivati da tutte le forze della coalizione. Intanto, l’opposizione di centrodestra, che naturalmente sperava in un finale diverso, ribadisce la propria critica all’operato della giunta. “La sentenza chiude un capitolo, ma non i problemi della Sardegna. Ora che hanno più serenità e non più l’alibi della decadenza, è tempo che inizino davvero a governare” dicono Fratelli d’Italia e Forza Italia, ricordando che resta aperto il fronte della sentenza in appello del tribunale civile.












