L’Europa fa paura anche agli agricoltori, ai pastori e agli autotrasportatori sardi. Ecco perchè da martedì 30 gennaio e almeno sino a sabato 3 febbraio anche il porto di Cagliari sarà teatro di un presidio di protesta. Previsto l’arrivo di tanti lavoratori del mondo delle campagne, come ha già annunciato uno degli organizzatori, in contatto con il movimento dei pastori sardi, Roberto Congia: “Agricoltura e pastorizia stanno morendo, chiediamo più rispetto per il nostro settore. In Sardegna sta mancando molto, siamo indietro rispetto al resto d’Italia. Siamo un’Isola e abbiamo disagi per i costi delle materie prime che acquistiamo e, poi, per le vendite”. L’attacco diretto è all’Europa (QUI la notizia): “Non vogliamo che ci diano soldi per non coltivare, vogliamo lavorare e produrre. Vogliono darci del denaro, ma non siamo gente che inquina, ma abbiamo sempre rispettato il nostro territorio. La nostra agricoltura è estensiva, ma l’Unione Europea non ci aiuta, hanno escluso le pecore dagli aiuti economici comunitari. E i costi di carburante, mangimi e fertilizzanti sono alle stelle”.
E anche altri allevatori e lavoratori fanno sentire la propria voce. Yuri Carta, di Barrali, ha partecipato anche alle proteste contro il caro benzina di un anno e mezzo fa: “Nulla è cambiato, il prezzo non è sceso ad un livello tale che ci consenta di lavorare e non andare in perdita. Ora faccio l’autotrasportatore solo in estate, il resto dell’anno sto allevando e producendo latte grazie ad una settantina di pecore. Tutti i prezzi sono alle stelle, un quintale di mangime costa 55 euro. L’Europa vuole farci smettere di lavorare, è inaccettabile e spero che tutti i cittadini manifestino al nostro fianco. Non vogliamo politici, hanno sempre disatteso le promesse fatte e l’idea è anche quella di bruciare in un grosso falò tutte le schede elettorali”. Battistino Mureddu è un pastore originario di Fonni e residente a Guspini, con le sue mucche e pecore produce latte: “Ci stanno togliendo tutto, anche la dignità. Le aziende sono ormai del lager, i prezzi dei prodotti e dell’energia da infarto”, osserva. “Ricordo a tutti che, quando si acquista un pezzo di formaggio, quello stesso formaggio è stato prodotto anche due anni prima, ecco perchè vogliamo certezze. Se non fanno più lavorare noi agricoltori la gente cosa mangerà? Cibo che arriva dall’altra parte del mondo, oppure carne stampata in 3d, grilli o formaggio artificiale. Da domani saremo al porto di Cagliari, protesteremo nel rispetto della legge ma vogliamo assolutamente che tutta una serie di situazioni e scenari cambino, vogliamo lavorare e non restare a casa”.









