Zedda in ostaggio del Pd: ancora nessuna ricandidatura a sindaco

Slitta ancora la direzione del Pd, il segretario Montaldo (figlio di un noto massone) continua a sostenere che Zedda deve adattare le sue idee politiche a quelle del Pd. Ci sono poltrone importanti in gioco.  E molti giovani, davanti a queste diatribe sulle prossime poltrone, voteranno Massidda o il Movimento 5 Stelle stomacati dai partiti?


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Diciamolo subito: Massimo Zedda, un sindaco che in mezzo a tanti errori ha governato bene la città negli ultimi 4 anni e mezzo, è in “ostaggio politico” del segretario del Pd Nicola Montaldo. Il Pd, nonostante i buoni risultati del suo sindaco, stenta a ricandidarlo. Una situazione che potrebbe avvicinare molti elettori dello stesso partito alle liste civiche e al Movimento 5 Stelle, perchè la delusione cresce ora dopo ora. Montaldo continua a smentire se stesso: un anno fa dichiarava che si dovevano fare a tuttii costi le primarie per scegliere il nuovo sindaco. Non più tardi di due settimane fa, l’ingegnere con padre massone (un’altra scelta strana quella del Pd, di essere guidato a Cagliari dal figlio di un massone, che afferma nelle interviste che “la massoneria a Cagliari non ha influenza nei campi che io conosco”) dichiarava invece trionfalmente all’Unione Sarda che Zedda sarebbe stato ricandidato subito, e senza le primarie, perchè aveva fatto grandi cose.

Passano tre giorni, si arriva alla segreteria del Pd e Montaldo cambia di nuovo idea: non candideremo Zedda sinchè non ci spiegherà di che partito fa parte, e deve subito distanziarsi da Sinistra Italiana. La domanda è: cosa gliene importa ai cagliaritani? Zedda è stato un buon sindaco o no? Va promosso o bocciato solo per una questione di poltrone? Perchè di questo si tratta: il nuovo sindaco diventerà capo della Città Metropolitana e anche senatore, e il Pd non vuole che quelle poltrone siano occupate da chi non vota pendendo dalle labbra di Renzi.

Oggi un’altra comunicazione di Montaldo a rete unificata, sempre sull’Unione: ci dispiace, ma la segreteria politica decisiva di lunedì prossimo è rinviata. Il balletto continua. Non c’è accordo, tra Zedda e il Pd. E tutta Cagliari lo vede. Per essere ricandidato, Zedda deve bere la pillola amara di avvicinarsi al Pd e distanziare Sel, ma per ora tiene duro. Un partito che, dopo il flop clamoroso di Quartu, continua a parlare in politichese e rischia di farsi male da solo. Non è un mistero- lo sanno tutti, nel partito- che Montaldo avrebbe voluto candidare Comandini e fare le primarie per isolare Zedda. Oggi, mentre Massidda è in campo da due settimane, il Pd ancora non ha deciso se ricandidare il suo sindaco uscente. Soru ha detto chiaramente che sarebbe meglio che entrasse nel partito: c’era un patto non scritto, perchè lo facesse. Infatti il Pd lo ha sostenuto facendolo uscire anche dal pantano del Lirico, e senza più criticarlo. Sono entrate in azione le varie diplomazie, anche quelle di Antonello Cabras. A Zedda non è bastata la mossa di mettere Yuri Marcialis in giunta, ora c’è la resa dei conti. Comunque vada, il Pd sta indebolendo Zedda mettendolo di fronte a un ultimatum sulle sue idee politiche, che deve adattare in base agli umori di Soru e Montaldo. Piergiorgio Massidda ringrazia: mentre il Pd litiga sulle poltrone del suo sindaco, presenta liste piene di cagliaritani che vogliono cambiare, stufi dei giochetti dei partiti. E i sostenitori di Zedda sono furibondi di vederlo in ostaggio del segretario del Pd. Chissà cosa ne penseranno le migliaia di elettori giovani alle prossime elezioni. E cosa potrebbe accadere se il Movimento 5 Stelle o Massidda arrivassero al ballottaggio. Le elezioni politiche di 3 anni fa non hanno evidentemente insegnato niente.


In questo articolo: