Settanta chili sequestrati in appena dieci giorni. E tutti i turisti ladri di sabbia e conchiglie sono italiani, arrivati nell’Isola riaperta dopo il lockdown per Coronavirus. In tanti, purtroppo, hanno cercato di portarsi a casa conchiglie e sabbia di varie spiagge del sud Sardegna e, in qualche caso, anche i preziosi chicchi di quarzo di Is Arutas. Ai controlli dell’aeroporto di Elmas, però, sono stati bloccati: zaini e trolley aperti, poi svuotati. Tutti i pezzi “unici” dell’Isola sono finiti subito sotto chiave e, presto, ritorneranno nel loro habitat naturale. Tutto bene, quindi? No, non proprio. Ai vacanzieri “furbetti” o “sbadati”, visto che in tanti hanno detto che non sapevano che fosse vietato portare via sassi, sabbia e conchiglie dagli arenili isolani, è andata liscia: solo un rimprovero, nessuna multa. Come mai? A spiegarlo è Franco Murru, lavoratore aeroportuale e presidente dell’associazione “Sardegna rubata e depredata”.
“Non c’è ancora l’accordo con la Forestale, quindi è impossibile elevare sanzioni per i tentati furti di sabbia, conchiglie e sassi. L’anno scorso, di questi tempi, il servizio era già attivo: speriamo”, afferma Murru, “che l’intesa sia trovata nuovamente in tempi rapidi”.









