Tumori, leucemie, patologie respiratorie e cardiovascolari: è questo il quadro sanitario che emerge dagli studi epidemiologici condotti a Sarroch, collegato direttamente ai livelli di benzene e polveri sottili diffusi nell’aria. Gli inquirenti parlano di “conseguenze gravi e dannose per la salute pubblica”, con un aumento delle ospedalizzazioni e rischi documentati di asma, bronchite cronica, modificazioni genetiche e neoplasie tra residenti e lavoratori. Secondo la Procura di Cagliari, le torce della raffineria Sarlux, impianti che avrebbero dovuto entrare in funzione soltanto in caso di emergenza, sarebbero invece rimaste accese ogni giorno, senza interruzioni, per cinque anni consecutivi, dal 2019 al 2024. Per questo il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato Settimio Guarrata, del responsabile ambientale e sicurezza Walter Cocco, del referente per la prevenzione Fabio Corvetto e della stessa società. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 4 dicembre. Le accuse contestate vanno dal disastro ambientale al getto pericoloso di cose; a Corvetto è imputato anche l’ostacolo ai controlli. Nel processo si sono già costituite come parti civili la Regione Sardegna, il Comune di Sarroch, il ministero dell’Ambiente e le associazioni Donne Ambiente Sardegna e Sardegna Pulita, quest’ultima promotrice dell’esposto che ha fatto scattare le indagini. I dati raccolti parlano chiaro: livelli di benzene oltre i limiti fissati dall’Oms per più di 300 giorni all’anno e concentrazioni elevate di polveri sottili, con una situazione che gli stessi magistrati definiscono “concretamente pericolosa” per la popolazione.
Due mesi fa, su Casteddu Online, era arrivata una testimonianza diretta. Giovanni Paolo Masu, 67 anni, sottufficiale dei Carabinieri in congedo e oggi invalido civile per gravi patologie respiratorie, aveva lanciato un appello: “Negli ultimi 7 giorni l’aria nel paese di Sarroch è diventata irrespirabile, soprattutto di notte. Consapevole da sempre dell’ambiente in cui vivo, reputo inaccettabile che noi sarrochesi dobbiamo sottostare a questo ricatto ambientale”. Masu, che negli anni scorsi ha anche ricoperto il ruolo di comandante della Compagnia Barracellare, aveva chiesto al Comune un sistema di monitoraggio e allerta ambientale per permettere ai cittadini di sapere cosa respirano. “Aria che chiude gola e polmoni, fino a dare il sintomo del vomito”, aveva denunciato, evidenziando come la mancanza di trasparenza e di dati aggiornati costringa i residenti a vivere nell’incertezza. Un quadro già allora drammatico, che oggi trova riscontro nelle accuse mosse dalla magistratura e che spinge molti cittadini, esasperati, ad abbandonare il paese in cui sono nati e cresciuti pur di salvaguardare la propria salute.











