In un momento in cui un po’ tutti gli schieramenti e i partiti fanno delle mani libere da Roma un valore assoluto e irrinunciabile per poter difendere gli interessi della Sardegna, il candidato del centrodestra Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, presentando la sua candidatura spiazza tutti dicendo che “per governare bene è fondamentale il rapporto con il governo”. Un’affermazione che, dice, rispecchia la realtà: servono alleanze, serve terreno comune, serve confrontarsi per arrivare ai risultati, non piagnucolare o andare a Roma con il cappello in mano, espressione abusatissima che rende bene l’idea. Certo è che, nonostante i partiti che lo sostengono rivendichino “per la prima volta una scelta del candidato fatta in Sardegna al tavolo regionale”, a volere Truzzu in corsa per Villa Devoto è stata prima di tutto Giorgia Meloni. Amici sin da adolescenti, sempre rimasti in contatto e sempre in sintonia nel percorso politico, uniti dall’avventura di fondare Fratelli d’Italia. E la premier, che voleva un governatore dalle forti connotazioni politiche, non un tecnico insomma, ha trovato nel sindaco di Cagliari il suo uomo. 52 anni, sposato con due figlie, laureato in Scienze politiche, tifosissimo del Cagliari, Truzzu nella sua sede elettorale sorride, apparentemente rilassato, e crede nella buona riuscita dell’impresa, tanto da non temere né la vendetta del psd’az né, soprattutto, quella dei cagliaritani esasperati dai cantieri.
Togliamoci subito il pensiero. Come farà a chiedere ai cagliaritani di votarla? Sono furibondi per traffico e cantieri.
Intanto ricordo che nella precedente tornata elettorale il centrodestra, che non aveva vinto in città, aveva comunque vinto le elezioni. E questo per sfatare un mito. Poi, certo, io ovviamente comprendo quali sono le difficoltà di tutti i cittadini, so che i cantieri hanno generato indubbiamente situazioni complicate perché anch’io giro in macchina, però confido anche nella capacità di giudizio che hanno i cittadini perché davanti a un disagio momentaneo sanno che quei cantieri porteranno un risultato importante per la città. Faccio un esempio: viale Buoncammino, è stato da un certo punto di vista forse il cantiere che ci ha creato più problemi oggi però è abbiamo restituito uno spazio bellissimo alla città, apprezzato da tutti. Poi, non è che il traffico sia nato con Paolo Truzzu, per dire i lavori per la rotatoria di via Cadello sono durati due anni e mezzo. Io confido nell’intelligenza e nella capacità di giudizio degli elettori. E un’altra cosa: si accusa sempre la politica di non fare e ci si lamenta, noi in meno di 18 mesi siamo riusciti ad appaltare lavori per 80 milioni di euro. Credo sia un record storico, ma è chiaro che queste risorse poi un impatto sulla città ce l’hanno.
Le critiche per la trasformazione di via Roma sono feroci.
Via Roma sarà un gioiello.
Altra critica: cantieri infiniti e commercio in crisi per le strade sbarrate.
Sono tutti i cantieri iniziati ad aprile più o meno con un orizzonte di 14-15 mesi, qui dopo tre mesi si parla di ritardi. Assurdo. Senza contare le difficoltà legate ai ritrovamenti archeologici, al necessario rapporto con la soprintendenza, per esempio per viale Trieste, che inevitabilmente allunga i tempi. L’altro tema è riuscire a trovare i materiali, oggi ci sono grossissime difficoltà sugli approvvigionamenti di materiali e i prezzi delle materie prime. Dall’altro lato però vediamo anche quali sono i lati positivi ci sono tante aziende che stanno lavorando, tante buste paga. Oggi probabilmente intorno ai cantieri di Cagliari ci sono 3000 buste paga che girano. Cioè tanto lavoro, tante opportunità. E forse questo è anche uno dei motivi per cui siamo la zona insieme a Olbia che è cresciuta di più in questi anni. Ma serve un po’ di pazienza.
Non le sembra di lasciare a metà un lavoro, non ricandidandosi al comune, dando l’impressione di assecondare più che altro ambizioni personali?
Voglio essere molto chiaro. Se la proposta mi fosse giunta a metà mandato non avrei lasciato. Ma ormai la legislatura era finita, si chiude a giugno. Quando mi hanno proposto la candidatura alla presidenza della Regione non ero molto convinto, ci ho riflettuto, ne ho parlato con la mia famiglia, e senza il loro via libera avrei rifiutato, ho parlato con gli amici e alla fine ho deciso di accettare. E’ ovvio che la cosa mi fa piacere e mi riempie di orgoglio, perché se la coalizione mi ha individuato come soggetto che poteva guidarla e come persona adatta a questa nuova sfida, vuol dire che c’è un giudizio positivo sul non solo sulla mia persona ma anche sul mio operato.
Giorgia Meloni in lei vede un fidato uomo di partito, oltre che un amico. Cosa le ha detto quando la candidatura è stata ufficiale?
Mi ha detto: “Ora vinci”.
Nonostante il Psd’az? Sono furibondi.
Io sono abbastanza sereno, anche perché il voto disgiunto di cui tanto si parla non avrebbe molto senso. Che vantaggio avrebbero i consiglieri a non far votare il presidente che vince? Se il presidente prende più del 40% entrano un certo numero di consiglieri, altrimenti un numero molto inferiore. Che senso avrebbe avere un consigliere invece di tre o uno solo in minoranza? Io penso che si corra sempre per vincere.
Ha detto che per governare bene è necessario un rapporto con il governo centrale. Apriti cielo
Io dico questo: non esiste un governo amico. Ma il fatto di avere un rapporto di conoscenza, amicizia e stima reciproca con tanti membri del governo e col presidente del consiglio sicuramente è un vantaggio nei rapporti, ma questo non significa andare a Roma col cappello in mano per fare tutto quello che dice il governo, perché per me vengono prima sempre gli interessi dei sardi e la Sardegna. Poi l’altra cosa che dico è che dobbiamo essere maturi nei rapporti col governo. Il fatto di non cercare lo scontro sempre e comunque, non significa essere deboli. E penso che non ci faccia bene. Oggi la Sardegna ha una certa quantità di risorse che vanno spese, sono risorse importanti. Io quello che vorrei fare è dimostrare che sappiamo spendere, che abbiamo raggiunto i risultati e dire al governo ci meritiamo di avere altro, perché ci vuole anche un’assunzione di responsabilità. Dobbiamo essere maturi, smetterla di fare i capricciosi, dimostrare di meritare di più e portare a casa il risultato facendo sempre gli interessi dei sardi.
Sta cercando di fare rete trasversalmente con i sindaci?
I sindaci sono sempre in prima linea, accontentano, scontentano, come tutti quelli che prendono decisioni, e anche quando sbagliano ci mettono la faccia. Però io non solo sto incontrando amministratori e sindaci nel tentativo di costruire con loro un percorso di intesa sulla spesa delle risorse per il futuro della Sardegna, sto dicendo che dobbiamo fare un ragionamento più complessivo con la classe dirigente e la classe dirigente non è solo quella di amministratori: è fatta dagli imprenditori, dalle associazioni di categoria, dal terzo settore dai sindacati. La classe dirigente è un concetto più ampio della classe politica e quindi il lavoro che stiamo cercando di fare è questo, perché io ho la convinzione, e l’ho dimostrato anche nella gestione della città, che se lavoriamo insieme al di là di schieramenti e posizioni è più facile superare gli ostacoli. Poi ovviamente i sindaci sono espressione di una comunità e che siano di centrodestra o di centrosinistra meritano tutto il rispetto, perché rappresentano la gente che li ha scelti. L’obiettivo è costruire con loro un sistema di intese che ci permetta di ricostruire un forte tessuto economico-sociale.
Come le è venuto in mente di dire che sui Trasporti andrà in continuità con il lavoro della giunta precedente? I sardi sono prigionieri dell’isola e costretti a muoversi su strade improbabili al suo interno.
Ho apprezzato gli ultimi interventi dell’assessore sull’utilizzo degli oneri sociali per calmierare il prezzo dei biglietti dei residenti, e questo è il percorso. Però sono convinto che dobbiamo fare altre due cose: andare in Europa col governo per rivedere la continuità territoriale, perché l’Europa parla con il governo e non con le regioni, come del resto hanno fatto Baleari e Corsica, e per poter utilizzare un articolo del trattato della politica economica e finanziaria dell’Unione europea che, nell’articolo 349, permette di utilizzare risorse Ue per le regioni ultraperiferiche per abbassare i prezzi non solo per i sardi ma anche per i turisti. L’obiettivo è poi anche quello di favorire la concorrenza tra le compagnie, non di avere un regime di monopolio, e magari anche cancellare le tasse di imbarco o comunque compensarle, come ha già fatto il Friuli Venezia Giulia. Perché, se a fronte di una cancellazione della tassa di imbarco, i famosi 6 euro e 50 che in parte vanno al comune e in parte alle pensioni degli ex Alitalia, le compagnie si impegnano a costruire per i prossimi tre anni un pacchetto di voli tali che ci permetta di portare 2,3 milioni di turisti in più che danno un gettito pari a quello che stiamo perdendo, allora è una compensazione assolutamente possibile.
Da parte del governo c’è sensibilità sulla continuità territoriale? Difficile da comprendere se non si vive il disagio dell’isola.
Speriamo che le elezioni europee vadano bene. Che l’Italia possa svolgere un ruolo importante all’interno della nuova maggioranza dell’Unione europea considerato anche il ruolo che ha Giorgia a livello internazionale che gli è ampiamente riconosciuto.
Nessuno slogan, il suo slogan. Nessuno ha la bacchetta magica e non faccio promesse, i suoi mantra. Ma ai sardi qualcosa dovrà pur dire per farsi votare.
Ai sardi garantisco lavoreremo in maniera incessante, come ho fatto da sindaco. E che cercheremo di fare ciò che è giusto e non ciò che conviene.
Come ha fatto la giunta che l’ha preceduta?
Ora penso al futuro. La giunta precedente ha operato in una situazione particolarmente difficile ma qualche risultato l’ha ottenuto.
Energia e rinnovabili: il grande terreno di scontro fra Soru e Todde.
Se la Sardegna fosse un campo di calcio, per essere autosufficiente le basterebbero impianti per l’energia rinnovabile solo in uno spicchio a centrocampo, cioè in una percentuale molto bassa del territorio regionale. Allora il ragionamento che faccio è: facciamo una pianificazione, concordiamo le aree, magari partendo da quelle più compromesse, dove poter inserire questi impianti di produzione di energia rinnovabile. Questo è un primo passo, ovviamente in accordo con le amministrazioni locali, e ce ne sono che vogliono gli impianti nel loro territorio o sono soddisfatti di quelli che ci sono già. L’altro ragionamento che faccio è che, a fronte di questa nuova “servitù” che si sta creando sulla Sardegna, visto che ci saranno soggetti privati che avranno un guadagno giustamente dalla produzione di energia dal vento, dall’acqua, dal sole della Sardegna, ci deve essere un ritorno anche per i sardi. Un ritorno importante e conveniente. Quindi bisogna intavolare una trattativa perché ci sia poi una riduzione dei costi dell’energia e delle bollette per le imprese: se si costruisce una cosa di questo genere, io penso che gran parte dei sardi sarà ovviamente favorevole. Poi c’è un altro elemento fondamentale non solo per la Sardegna ma per il futuro del mondo.
E cioè quale?
Penso che i prossimi conflitti nasceranno intorno al controllo dell’acqua. Abbiamo il mare, si possono fare tutta una serie di progetti per produrre anche acqua non salata dal mare, che è una sorta di nuovo oro, l’oro azzurro che abbiamo a disposizione. Dovremmo iniziare a costruire non un’agenzia dell’energia ma un’agenzia delle energie, che metta assieme la gestione dell’acqua la gestione dell’energia e la gestione dei rifiuti, altro elemento importante per produrre energia che può diventare da un costo opportunità.
E le scorie nucleari?
Sono convinto che non arriveranno mai in Sardegna. Ovvio che fra i siti ci sono i poligoni militari, non si possono mica mettere sotto i parchi archeologici, ma intanto i sardi si sono espressi chiaramente, e poi nella norma c’è scritto che bisogna trovare un luogo dove trasportarle con il minimo spostamento possibile per una questione di sicurezza. Ma anche in questo caso ci sono diversi comuni in Italia che si sono già candidati a ospitare il deposito.
Le tre priorità nei primi 100 giorni di governo.
Lavoro, lavoro, lavoro.
Cosa le piace, se qualcosa le piace, e cosa no dei suoi avversari nella corsa alla presidenza?
Non mi piace la ricerca della polemica a tutti i costi, come hanno fatto in questi dieci giorni di campagna elettorale, tentando di trascinarmi in un litigio continuo che non serve a nessuno.
La accusano di fuggire dai confronti.
Perché io ho detto che avendo 30 giorni di campagna elettorale per me era più importante incontrare i cittadini elettori. Ho 50 richieste di confronti, se partecipo a tutti non posso parlare con le persone, perché ci sono più impegni che ore a disposizione in una giornata.
Truzzu, nel 2009 le elezioni in Sardegna le ha vinte Berlusconi, nel 2019 le ha vinte Salvini. Nel 2024 le vincerà Truzzu o Giorgia Meloni?
Le vincerà il centrodestra.









